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MATERA – Musicisti, attori, registi, scrittori, operatori culturali si sono ritrovati ieri, nel complesso delle Monacelle a Matera, per l’assemblea generale del settore spettacolo del Mezzogiorno d’Italia della Slc Cgil Basilicata.
“Cultura è lavoro” lo slogan scelto dagli organizzatori per porre al centro dell’attenzione delle istituzioni locali e nazionali le problematiche del settore dello spettacolo, sempre più marginale nei bilanci dello Stato e sempre più trascinato nel vortice della precarietà. A questa sorta di Stati Generali dello Spettacolo e della Cultura di tutto il Sud Italia hanno partecipato artisti, addetti e sindacalisti da Catania, da Palermo, da Reggio Calabria, da Bari, da Napoli, da Roma, oltre che dalla Basilicata. Chiaro l’obiettivo: provare a fare rete, a dialogare con tutti i soggetti che orbitano attorno a questo complesso settore, alimentato per la gran parte dal Fus (Fondo unico per lo spettacolo), istituito nel 1985 e che interviene su teatro, fondazioni lirico-sinfoniche, attività musicali, danza, circo, spettacoli viaggianti e cinema, per provare ad avanzare delle proposte.
Prima tra tutte, come ha detto nella sua relazione il segretario regionale della Slc Cgil di Basilicata, Anna Russelli, «una legge regionale che venga fuori da una condivisione e da una discussione pubblica con tutti i soggetti coinvolti, se necessario anche istituendo un Forum permanente di dialogo». La Basilicata, infatti, è una delle poche regioni del Sud che ancora non ha una legge regionale del settore. Esiste una legge sulla Cultura, datata 1988, che ha fatto ormai il suo tempo. Ragion per cui, come è emerso nel corso del dibattito, è necessaria una legge in grado di fare ordine, istituendo Albi di artisti e addetti, e distinguendo tra amatori e professionisti; questi ultimi, infatti, subiscono talvolta una concorrenza al ribasso che nuoce sia al rispetto delle regole che alla qualità delle cose fatte.
Ugualmente, occorrerebbe introdurre criteri per l’erogazione dei contributi, evitando la distribuzione a pioggia o su basi relazionali che poco hanno a che fare col merito. Un’oculatezza nell’assegnazione delle risorse che diventa tanto più importante alla luce dei fondi sempre più esigui destinati al settore. «Il meridione – ha ricordato Anna Russelli – anche in quest’ambito, ha purtroppo una corsia preferenziale negativa. Se si prendono, ad esempio, i dati sui Fondi del Fus, il Fondo Unico per lo Spettacolo, importante fonte di sostegno al settore, si nota che nel 2012, il Sud Italia porta a casa soltanto il 19% del totale delle risorse. E la Basilicata, è la terzultima tra le regioni italiane per quantità assegnata (circa 311.760 euro sul totale di 419.039.603 milioni di euro)». E, invece, è stato più volte sottolineato nel corso del dibattito, una politica più attenta ai piccoli operatori, soprattutto quelli che fanno produzione e lavorano sul territorio, piuttosto che ai grandi nomi, può trasformarsi in un’opportunità di lavoro stabile per i tanti addetti locali e, dunque occasione di crescita e ricchezza, per la Basilicata. Istanze, quelle dell’Assemblea generale del settore spettacolo, che hanno incontrato la piena condivisione degli interlocutori istituzionali presenti. Se il direttore della Lucana film commission, Paride Leporace, si è soffermato sulle opportunità concrete che la fondazione offre alle nuove produzioni, il sindaco di Matera Salvatore Adduce ha ricordato come la candidatura della città a Capitale europea della Cultura nel 2019 va proprio nella direzione auspicata dal Slc Cgil, facendo dell’attività culturale una leva economica decisiva dello sviluppo del territorio.
Porte aperte al dialogo anche da parte del presidente della Regione Marcello Pittella che ha annunciato l’intenzione di avviare a luglio il confronto con gli addetti ai lavori per arrivare alla definizione di una legge regionale sullo spettacolo al passo coi tempi e con le esigenze degli operatori del settore. Le intenzioni, insomma, sembrano comuni. Adesso non c’è che da passare dai buoni propositi ai fatti.
m.agata@luedi.it
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