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«COSI’ come esistono i no in famiglia, esistono i no che si concretizzano nella bocciatura. La bocciatura non è un trauma che lascia segni».

E’ il commento della psicologa forense Assunta Basentini  a quello che negli ultimi tempi non ha le dimensioni di un vero e proprio fenomeno a Potenza ma lascia sbalorditi molti genitori: la bocciatura alle scuole Primarie e Secondarie di primo grado. Elementari e medie, per intenderci. Alla sola scuola media Bonaventura hanno bocciato 5 alunni quest’anno.

Ma la psicologa cerca di rassicurare i genitori e dice: «La bocciatura sicuramente è un’esperienza che mette alla prova l’autostima del ragazzo e del bambino, che ha un significato morale, di impegno didattico ma soprattutto educativo e normativo. Anche in famiglia d’altronde c’è un impianto in base al quale ci sono  cose che si concedono e altre che si negano».

Perché a scuola non dovrebbe essere lo stesso? Quindi a farne un dramma sono soprattutto i genitori. Non che si debba sorridere di fronte alla bocciatura del proprio figlio. Ma non bisogna nemmeno ergersi ad “avvocato” in difesa incondizionata. Bisogna cercare di capire le ragioni, cercare un dialogo, aprirsi alle problematiche del figlio e assumersi le proprie responsabilità.

«Il vero problema – continua Basentini – è di carattere generale. Negli ultimi tempi siamo stati abituati a una tendenza più permissiva dal punto di vista culturale, per cui non si bocciava più, dando per scontato ciò che invece è norma e regola e che di conseguenza viene vista come frustrazione. I ragazzi di oggi non è che non sono capaci di affrontare questa frustrazione. Sono le figure adulte che li circondano che sono poco attrezzate e disponibili alle esperienze negative».

Gli adulti dovrebbero prima di tutto accettare e poi rinforzare la stima e l’autostima del bambino. Come? Facendogli capire che «la vita è fatta di continue promozioni e bocciature. Mi piace riprendere la frase di un magistrato del Tribunale dei minori, che diceva: il compito dei genitori è di rendere i propri figli felici, aiutarli a crescere sereni. Ma per fare ciò è importante che loro imparino anche a piangere».

E’ questo secondo la psicologa il problema della bocciatura. «Quando i genitori diventano gli avvocati dei propri figli nei confronti degli insegnanti compiono l’errore più grande. La strada che devono intraprendere è tutt’altra. Così facendo mostrano tutta la propria insicurezza e fragilità, proponendo tra l’altro quel modello del ricatto che poi i figli ripropongono nel contesto scolastico. Tant’è che la difficoltà più grande degli insegnanti,  adesso, soprattutto agli inizi del percorso scolastico, non è trasferire dei contenuti ma scolarizzare gli alunni, vera emergenza educativa».

Ci sono poi dei fattori di contesto. Le scuole Primarie che sono profondamente cambiate e che portano con loro tanti nuovi aspetti positivi e negativi «come – dice Basentini – un eccesso di contenuti».

Le scuole medie che di conseguenza dovendo raggiungere obiettivi più alti pagano questa eredità. Ma di fondo è la famiglia il fulcro attorno al quale ruota la bocciatura, in linee generali. Certo, poi ci sono i casi particolari. «Ogni insuccesso – conclude Basentini – ha una storia alle spalle». L’importante, forse, è esserne consapevoli. 

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