Lavoratori davanti allo stabilimento
3 minuti per la letturaDA un lato i timori tra i lavoratori di Stellantis per i tagli negli stabilimenti italiani del gruppo. Dall’altro i numeri di Melfi: nel 2020 la produzione nello stabilimento lucano «ha rappresentato la metà delle autovetture prodotte da Fca», e nei primi tre mesi del 2021 con 63.805 vetture «ha incrementato la propria produzione del 29% rispetto al 2020, continuando a rappresentare la metà delle produzioni di auto del gruppo Stellantis in Italia: l’ottimo risultato si è determinato anche grazie alla partenza della produzione della Jeep Compass nella seconda metà del 2020, che nel primo trimestre 2021 ha pesato per 13.260 unità».
Lo ha reso noto, in un comunicato, la Fim Cisl, precisando che «nonostante questi dati positivi, che hanno sempre caratterizzato lo stabilimento lucano, nei primi tre mesi dell’anno alcuni fatti hanno aumentato le preoccupazioni dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali anche su questo stabilimento. L’inizio del 2021 doveva essere il tempo della piena occupazione dei 7.200 lavoratori, con la partenza del terzo turno sulla linea di produzione delle ibride e il riassorbimento dei 1500 lavoratori in cassa integrazione a rotazione da settembre 2018, dopo il fermo produttivo della Fiat Punto. Invece abbiamo assistito a continui rinvii e ad ulteriori richieste di Cig con fermate produttive collettive per 14 giorni giustificate in parte dalle mancanze sulle forniture dei semiconduttori e per la flessione del mercato.
Ci aspettiamo per Melfi la conferma – ha aggiunto Uliano – degli investimenti del 2021, che prevedevano le motorizzazioni ibride Mhev, che andranno sulla 500x e la versione Cabrio della 500 elettrica. Presidieremo con determinazione le scelte future del gruppo».
Intanto, a preoccupare sono segnali come l’aumento della cassa integrazione, il rallentamento della produzione della 500 elettrica a Mirafiori, la possibile riduzione delle linee a Melfi. Tutti temi che il sindacato vuole discutere il 15 aprile nell’incontro a Torino con i vertici di Stellantis Europe Enlarged.
«La produzione di Stellantis nel primo trimestre 2021 – spiega Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl – è pari a 208.295 vetture, in crescita del 30% rispetto allo stesso periodo del 2020 condizionato dalla fermata Covid. Nei primi tre mesi però si riscontrano flessioni nei volumi con richiesta di cassa Integrazione in tutti gli stabilimenti tranne Sevel». Gran parte del piano da 5 miliardi di Fca è stata realizzata e l’ultima parte sarà completata nel 2021, ma potrebbe essere posticipata al prossimo anno la produzione del suv Tonale della Alfa Romeo.
Confermati il lancio in produzione entro l’anno del Ducato elettrico, il restyling di Compass, Giulia, Stelvio e Ducato, le versioni ibride Mhev di 500x, Compass, Renegade, Levante. Uliano parla di «voci all’interno dello stabilimento di Melfi su uno studio commissionato dai vertici di Stellantis, per valutare la possibilità di concentrare su una linea tutte le produzioni di 500x, di Jeep Renegade e Compass.
Non accetteremo processi di ridimensionamento delle fabbriche italiane. Stellantis deve essere un’occasione di sviluppo e di crescita, come hanno detto Elkann e Tavares», conclude il sindacalista Fim che critica il silenzio e «il ruolo poco attivo» del ministro Giancarlo Giorgetti, al quale ieri, durante il question time, il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso ha ripetuto: «Perché non far intervenire Cdp con una quota pari a quella detenuta dallo Stato francese per riequilibrare la presenza italiana in Stellantis?».
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