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“NON FERMIAMO la fantasia. Con la fantasia si può fare il più spettacoloso viaggio che sia consentito a un essere umano”.

E’ una frase di Walt Disney postata sul profilo facebook di Chiara. C’è solo un commento sotto, datato 5 agosto, primo pomeriggio: è quello del padre, Vito, il suo assassino che le replica: “Guai se non lo facessimo”.

Destino crudele, frasi e gesti che lasciano quasi immaginare la faccia di chi scrive, lasciano immaginare il pensiero di chi commenta.

Guai solo lontanamente a leggere queste frasi con malizia. No, la sensazione che si percepisce a leggere all’interno di quella bacheca è proprio la spensieratezza, la serenità di un rapporto per niente condizionato dalla presenza di Luca, fratello per una, figlio per l’altro, autistico.

Quelle pagine sono piene di normalità, anzi persino di “stravaganza”, vista la disinvoltura di un genitore di 65 anni abile a maneggiare sul social più famoso del mondo, adatto forse più  per la vita dei  giovani.

Qualche giorno fa Chiara aveva commentato una foto postata dal padre con Luca che faceva colazione con alcune merendine: “Che son ste merendine? – chiedeva – Pane e marmellata…Luchino!!”. E il padre rispondeva: “Bisognerebbe farglielo capire…ma non è facile!!”.

Quel  “E’ bello averti qui con noi” del 7 agosto, il giorno dell’arrivo di Chiara a  San Fele, evidentemente non lasciava presagire nulla di quanto è poi accaduto.

A Chiara volevano tutti un gran bene e la notizia della sua tragica fine è commentata sulla sua bacheca, ovviamente, con un senso di tristezza e di dolore che non è facile descrivere. Proprio come la rabbia e lo sdegno che si percepiscono in commenti persino duri per l’inconsulto gesto di un genitore verso i figli.

Cuoricini, incredulità, una foto di un prato con un fiore.

Quei “riposa in pace”, o anche “riposate in pace ovunque voi siate”, lasciano dentro un vuoto incolmabile e inspiegabile (come si intuisce dai post di tanti amici), specie se rapportato a tutta la felicità che stava spingendo Chiara, in autostrada, a far sapere  a tutti i suoi amici reali e virtuali di quanto fosse contenta di ricongiungersi ai suoi, alla famiglia tanto amata, dopo il lungo viaggio da Firenze a San Fele.

 L’ultimo della  breve esistenza, sua, sfregiata proprio nel modo in cui meno poteva immaginare e prevedere.

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