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POTENZA – Se non è un’illegittimità vera e propria poco ci manca. Al di là del senso di “forzatura” che può avere una decisione così importante assunta tra la nomina del proprio successore e il suo insediamento.
E’ stata bloccata fino a nuovo ordine la selezione degli esperti da cui attingere per delle collaborazioni a progetto all’Arpab: in tempi di blocco delle assunzioni la cosa più vicina a un concorso.
Lo ha deciso il nuovo direttore Generale Aldo Schiassi appena una settimana dopo l’arrivo a Potenza “bocciando” uno degli ultimi atti del suo predecessore Raffaele Vita.
Si tratta dell’«avviso di selezione pubblica per titoli e colloquio, finalizzata alla formazione di un elenco di nominativi di esperti (chimici, biologi, ingegneri, geologi, periti) da cui attingere per il conferimento di attività a supporto di procedimenti autorizzativi (procedimenti in matera di ippc) rese dietro corrispettivo all’interno dei cosiddetti “protocolli operativi”.
Questo è il titolo della deliberazione numero 141 approvata dall’ex dg il 7 luglio scorso, 6 giorni dopo la nomina da parte del presidente della giunta regionale Pittella del suo successore alla guida dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
La decisione di «annullare e revocare» l’atto in questione deriva dalla constazione che «prima di adottate la precitata (…) non è stata preventivamente verificata la possibilità di reperire all’interno dell’ente delle professionalità idonee all’espletamenteo delle attività» menzionate.
La questione dei collaboratori a tempo determinato è tra le più annose che attagliano l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Tant’è vero che è già finita al centro di polemiche coi sindacati e persino di un’inchiesta della magistratura, secondo cui il ricorso a una società di lavoro interinale per gestire il fabbisogno di personale dell’ente avrebbe nascosto un patto per agevolare amici e clienti del politico di riferimento del vecchio management.
Da allora sono passati 5 anni ma il tema non è invecchiato per nulla, anzi sembra essersi surriscaldato a causa del blocco imposto alle assunzioni a tempo indeterminato.
D’altra parte l’affidamento di incarichi “a scadenza” è andato avanti, e l’ex direttore Vita ha provveduto a stipulare due contratti persino nel suo ultimo giorno di lavoro all’Agenzia: qualche ora prima dell’insediamento del suo successore.
E’ così che sono stati scelti due esperti da una long list creata appositamente per selezionare chi avrebbe dovuto realizzare le «applicazioni modellistiche e l’attività di monitoraggio delle componenti aria e suolo per la valutazione degli impatti nell’area industriale di San Nicola di Melfi».
Mentre resta ancora bloccata l’assunzione di una vincitrice di concorso come l’architetto Adriana Bianchini. Nonostante sia il Tar sia il gup che ha deciso proprio sullo scandalo Arpab-Fenice, abbiano sancito la regolarità di quella selezione per un posto da all’ufficio Sit e modellazione ambientale. Lei che per anni è stata accusata di aver ricevuto un trattamento di favore per la storica amicizia del marito con l’ex direttore generale Vincenzo Sigillito e l’ex assessore regionale Pd Erminio Restaino.
Chi è arrivato dopo Sigillito, ovvero Vita, non si è fatto intimidire nemmeno da una diffida che intimava l’assunzione della vincitrice, forte dei «vincoli di spesa» delle leggi che stabiliscono il «divieto di procedere a assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contratuale negli enti ove l’incidenza delle spese di personale è pari o superiore al 50% delle spese correnti». Una legge precedente allo stesso bando di concorso, che a quanto pare non sempre viene presa in considerazione.
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