3 minuti per la lettura
IL 30 giugno del 2012 S. D. si è presentato dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Melfi per riferire gli argomenti di una sua possibile collaborazione con la giustizia. Una scelta determinata dal timore per la propria incolumità a causa di un contrasto con Rocco Barbetta, 55enne con diversi precedenti penali. Alla fine S.D. si sarebbe rifiutato di sottoscrivere il verbale prima di parlare con un magistrato.
Barbetta è a capo di una associazione criminale operante nel Vulture Melfese di cui io sono entrato a far parte da circa due anni. Io non ho ancora fatto nessun giuramento formale, anche se avrei dovuto farlo a breve (…) Io mi occupavo di fare l’autista per Rocco Barbetta e Giovanni Plastino; li ho accompagnati più volte a Battipaglia, Cerignola, San Severo, Oria ed altri paesi che non ricordo, dove gli stessi avevano contatti con criminali del posto. Ricordo che a San Severo andava da tale Raffaele (…) che abitava in San Severo ma disponeva di una villa in periferia che utilizzava per i vari incontri di vertice; qui andava a prendere la droga (cocaina, hashish e marijuana). L’ultimo viaggio che abbiamo fatto risale a settembre – ottobre 2011 ed abbiamo preso 1 chilo di cocaina.
(…) Ho accompagnato Barbetta ed Plastino a Battipaglia dove consegnavano la droga prelevata a San Severo ad uno zingaro, amico di vecchia data di Rocco Barbetta (credo siano anche mezzi parenti) (…) Questo zingaro si occupava anche di recupero crediti, nel senso che interveniva e picchiava coloro che avevano debiti contratti da privati con ditte del posto (…)
A un certo punto, questo zingaro ha chiesto a Barbetta di aumentare l’acquisto di droga; Barbetta gli ha chiesto a chi serviva e questi ha detto che doveva rifornire i proprietari di un night di Salerno (…) Da lì abbiamo cominciato a consegnare anche a Salerno ai proprietari di un night, gestito da padre e figlio: il primo (…) stava con una donna che chiamavano “miss coca” ed è stata arrestata più volte (…) So che Rocco Barbetta voleva andare ad incendiare la casa dello zingaro, dacché il debito di droga è arrivato a circa 10 – 11 mila euro, mentre ha picchiato il proprietario del night sempre per lo stesso motivo minacciandolo di morte (al riguardo il Barbetta mi propose di partecipare ad un agguato mortale ai danni di Peppino, tant’è che si sono presentati armati a Salerno ma in quella occasione hanno solo picchiato lo stesso) (…)
Riguardo ai viaggi a Cerignola devo dire che venivano effettuati ogni 15 giorni; il Barbetta solo si incontrava con un uomo di nome Giuseppe che ha una “Grande Punto” di colore grigio; abita alle case popolari di Cerignola. So che parlavano di organizzare una rapina mediante assalto ad un portavalori della Ronda di Potenza dalle parti di Rocchetta Sant’Antonio (…) L’assalto è poi sfumato perché i Carabinieri, durante un controllo, hanno fermato alcuni dei cerignolani che avrebbero dovuto partecipare all’assalto, intimandogli di non entrare più in San Nicola di Melfi (…) Ritornando ai membri dell’organizzazione facente capo al BARBETTA, vi dico che gli appartenenti erano: io, Rocco D’Alfonso di Rionero in Vulture, Giovanni Plastino, Antonio Silvano, Pasquale Castellano, tale Arturo di cui non conosco il cognome ma so che è di Melfi, 20 – 25 anni, alto, magro, riccio e bruno. L’anno scorso, nel mese di ottobre – novembre, Pasquale Castellano , Giovanni Plastino, Rocco D’Alfonso e Arturo si sono recati vicino Milano con l’auto di Rocco D’Alfonso da un parente di quest’ultimo per acquistare tre pistole e due mitragliette. Queste armi sono state portate in Rionero.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA