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TINCHI DI PISTICCI – C’è fermento nella comunità di Tinchi, per la decisione del Comune di trasferire l’asilo a Marconia, liberandolo così dall’ultima classe rimasta, e far spazio al Centro per l’impiego, come da tempo annunciato. Due giorni fa un primo tentativo di trasloco è stato contestato da alcuni cittadini e, almeno per il momento, sventato in attesa di un incontro chiarificatore con l’amministrazione comunale, raggiunta, nel frattempo, da una missiva dei genitori degli alunni della materna situata nel plesso di Tinchi.
Nel far presente che questa paventata soppressione non è obbligatoria, i genitori hanno ricordato la storia dell’insegnamento a Tinchi a partire dal 1921, grazie all’impegno della coraggiosa Angelina Lo Dico. «Proprio in merito ai valori educativi e civici collegati alla realtà di Tinchi –fanno notare i genitori- si ritiene che non solo gli scriventi, seppure coinvolti direttamente, dovrebbero valutare come fondamentali queste caratteristiche, prima di decidere di chiudere una struttura che si ribadisce essere attiva dal 1934 e rappresentativa per tutta la popolazione.
Le problematiche economiche e di bilancio portano spesso le istituzioni a percorrere la scelta più semplice, a discapito della qualità dei servizi erogati, sia in termini di adeguatezza e salubrità delle strutture, per cui i cittadini compartecipano economicamente, che della competenza educativa che ogni genitore pretende per il proprio figlio e che valuta al momento dell’iscrizione propendendo per una scuola piuttosto che un’altra. La scelta della scuola per il proprio figlio è una scelta ponderata e studiata sulla base degli elementi e delle informazioni conosciute e fornite dalle istituzioni al momento dell’iscrizione. I genitori degli alunni già iscritti a Tinchi per il secondo anno e chiamati a rinnovare l’iscrizione per l’anno scolastico 2014/2015 non sono stati informati tempestivamente della possibilità di una chiusura della scuola, nè per ristrutturazione, nè per chiusura definitiva, tanto che i moduli di iscrizione erano stati già consegnati», quando è iniziata a circolare questa ipotesi. Perplessità anche sulla nuova destinazione marconese: «Le scuole, tutte situate a Marconia, sono in sovrannumero e carenti di norme sia igieniche che di sicurezza e che con l’invio dei nostri figli non si andrebbe che a peggiorare le cose».
Al sindaco è indirizzata una critica molto schietta: «Il senso di responsabilità, l’umanità, la sensibilità, la capacità di comprendere, come amministratore, come medico, come padre, sono venuti meno per facilitare l’ingresso del Centro per l’impiego della Valbasento. Qualora il sindaco Di Trani non volesse riacquistare la fiducia dei nostri cuori, dispiaciuti, gli risponderemmo che siamo pronti a “combattere” per la sicurezza dei nostri figli, esclusivamente per vie legali ascoltando i Cobas e non ultimo la Procura della Repubblica».
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