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GRASSANO – E’ andato via soddisfatto, al termine di una giornata intensa di emozioni e affetto.
Così Bill De Blasio ha lasciato da cittadino onorario la sua Grassano, giovedì sera intorno alle 19.30, dopo cinque ore di amarcord e abbracci, concluse dal uno straordinario buffet di delizie tutte lucane.
«Di fronte alle mie scuse protocollari per eventuali disguidi che fossero capitati -racconta al Quotidiano il sindaco Sanseverino- entrando in auto mi ha detto un rassicurante “don’t worry”, che mi ha riempito di soddisfazione».
Qualche disguido si è verificato solo nella piccola sala di Palazzo Materi, dove il circo mediatico delle telecamere ha un po’ innervosito il sorridente Bill, che comunque non ha esitato a concedere qualche minuto alla stampa, seppure nell’atrio scoperto del palazzo sotto una leggera pioggia, che forse lo ha rinfrescato dopo quattro ore di movimenti in mezzo alla gente. Oggi arrivano anche le prime risposte in merito al mancato ingresso nella casa della nonna sotto la Chiesa Madre.
In effetti Bill, che pure si è commosso davanti a quella porticina di legno, leggendo la targa bianca in ceramica, non aveva chiesto di entrare, forse soddisfatto anche solo di immaginare la vita vissuta in quel piccolo appartamento.
«E’ una casetta di circa duecento anni fa -ha spiegato ancora Sanseverino- una delle prime realizzate nel nucleo originario del centro storico; solo di recente è stata acquistata da privati, ma oggi è adibita a magazzino, trovandosi in completo disordine. Infatti, quando ho chiesto al proprietario se potesse aprircela, ci ha descritto lo stato in cui si trovava, così abbiamo rinunciato a farlo, anche perchè in verità Bill non l’aveva chiesto».
Eppure davanti a quella porta si è vissuto uno dei momenti più teneri della visita del sindaco della Grande Mela, che ha proprio accarezzato la targa bianca, leggendola e rileggendola prima di iniziare a fotografarla prima con una usa e getta, poi con una reflex professionale. Così i figli Dante e Chiara molto sorridenti, hanno posato mostrando la targa davanti obiettivo governato dall’illustre papà.
In merito alla casa, Sanseverino lancia un’idea provocatoria ma realizzabile: «Quando De Blasio tornerà a Grassano in veste di presidente degli Stati Uniti (il sindaco lo aveva augurato da palco ndr), troverà casa Briganti acquisita e riqualificata dal Comune». Molto più che una boutade, almeno a sentire Sanseverino. «Questa visita sul filo dei sentimenti -ha proseguito Sanseverino- deve trasformarsi in un virtuoso rapporto concreto con la città di New York e la comunità di lucani, in modo da creare opportunità per i nostri giovani, tenendo vivo il contatto con gli emigrati. In autunno, tra ottobre e novembre (forse per la Maratona di New York ndr) ricambieremo la visita».
Intanto circolano le prime indiscrezioni sulla visita di Bill e famiglia a Sant’Agata dei Goti (Bn), dove pare che il sindaco della Grande Mela abbia tenuto un piccolo discorso molto simile a quello di Grassano, cambiando solo i riferimenti alla parentela; poi sarebbe stato indispettito dal fatto che il collega campano lo abbia invitato a mangiare a casa propria, forse mettendolo in imbarazzo perchè De Blasio ama stare in mezzo alla folla.
A Grassano questo non è avvenuto, perchè sono state davvero pochi i momenti privati durante la visita, filata più o meno liscia al netto del temporale arrivato sul finire e qualche pressappochismo nell’organizzazione logistica. Ma, si sa, non capita tutti i giorni di ospitare la seconda carica politica più importante del mondo, sindaco di una città di 60 milioni di abitanti.
a.corrado@luedi.it
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