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POTENZA – Ad inizio settimana, in Regione, si attende la presentazione del piano locale di Garanzia Giovani. L’Europa ha messo sul tavolo un po’ di risorse finanziarie e ha chiesto alle Regioni di costruire piani locali di politiche attive destinate a giovani disoccupati o fuori dal percorso formativo.
In Basilicata il piano è stato ratificato e sarà presentato ufficialmente nelle prossime ore. Ma il dibattito che lo accompagna – e il lavoro fatto da alcune parti interessate – tiene dentro problemi e soluzioni, esperimenti falliti e qualche prospettiva generale sul ruolo e sul peso che le istituzioni sono pronte (dovrebbero?) ad assegnare a un’intera generazione. La stessa di cui si parla progettando la Basilicata che sarà.
«Il nome del programma è piuttosto ambizioso, certo che ci aspettavamo di più». Perché poi, andando a leggere il quadro di riferimento in cui l’Italia ha voluto inserire l’opportunità europea, emerge forte un richiamo generale a strutture come i centri per l’impiego, «una realtà che nel Paese non vive un momento felice». Canio Sinisi, dirigente di Gioventù nazionale, è uno dei ragazzi che all’interno del Forum dei Giovani di Basilicata hanno affrontato, discusso e provato ad emendare il piano lucano di Garanzia Giovani.
Per esperienze, età, impegno civico, conoscono bene la cifra della questione giovanile. Bankitalia l’ha riassunta in alcune percentuali, pubblicate di recente nel rapporto annuale: in Basilicata la disoccupazione tra i 15 e i 34 anni è passata in un anno dal 28,2% al 31,5%. Contemporaneamente il dato demografico generale dice che la popolazione residente si è ridotta in dieci anni del 3,3% (pari a 21mila unità), a dispetto del tasso di crescita registrato complessivamente nel Mezzogiorno (+ 0,5%).
Il documento regionale d’intesa di Garanzia Giovani porta in calce il visto di organizzazioni datoriali e sigle sindacali. Il Forum dei Giovani non c’è, «ma solo – spiegano da viale Verrastro – perché il documento tecnico è stato firmato dalle parti chiamate in causa in senso economico (al tessuto imprenditoriale viene richiesto un investimento da affiancare a quello pubblico, ndr). Ma il Forum è stato al tavolo e ne ha condiviso i lavori».
La dotazione finanziaria non è elevata: 17 milioni di euro. Non potendo incidere sulle cifre, «abbiamo lavorato sul contesto generale – spiega il presidente del Forum, Carmine Lombardi – Nei primi incontri abbiamo chiesto di spostare la centralità dell’azione sui tirocini, togliendo spazio, così, al tradizionale sistema della formazione. Una scelta che era stata sollecitata anche da altri attori e che non è stato difficile recepire nell’intesa».
Il timore, reso esplicito in diversi interventi e sollecitato da varie prospettive, è di replicare con Garanzia Giovani il fallimento di esperienze come un Ponte per l’Occupazione o le Work Experience, percorsi che hanno sostenuto il sistema della formazione privata, con risultati quasi nulli nel contrasto alla disoccupazione giovanile. «Noi vorremmo che Garanzia Giovani offrisse reali opportunità di autoimpiego e inserimento nel mondo del lavoro, senza ricorrere ai soliti tirocini formativi privi di reale prospettiva, nei settori e nelle esperienze che meglio caratterizzano la realtà economica e sociale della Basilicata», scriveva Francesco Riviello, coordinatore regionale dei Giovani di Forza Italia all’avvio del dibattito nel Forum.
«Il cambiamento di indirizzo – assicura oggi l’assessore Raffaele Liberali – è stato messo nero su bianco, sta tutto nelle cifre». Il titolare della delega alle Politiche del lavoro sottolinea come, rispetto alla bozza iniziale, la spesa destinata ai tirocini sia quasi triplicata, portata a 7 milioni. E su 17 milioni di dotazione generale solo 2 sono destinati alla formazione in senso stretto.
Le critiche restano in piedi su altri fronti: anche perchè «il piano sarebbe dovuto partire il primo maggio, almeno con la registrazione dei giovani interessanti», ricorda ancora Sinisi. Ogni regione dovrebbe attivare un portale dedicato, in collegamento con quello nazionale (www.garanziagiovani.gov.it): in Basilicata sono attivi alcuni link sui siti istituzionali della Regione per iscriversi alla banca dati. «Spero almeno che si riesca ad allargare la partecipazione a una platea maggiore».
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