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L’esordio in Nazionale da oriundo di Gabriel Paletta è una delle poche note liete emerse da Spagna-Italia. Il centrale del Parma ha voluto imparare subito l’inno di Mameli, per chiudere nel migliore dei modi il cerchio aperto dai bisnonni calabresi emigrati in Argentina. Promosso. E anche terribilmente utile in vista del Brasile. Nella serata in cui ha fatto notizia l’esclusione dalle rotazioni di Insigne e Verratti (un vice-Pirlo serve comunque, se non è lui ben venga Jorginho), emergono altri due appunti di viaggio sul momento tecnico del calcio italiano.
1) Se Prandelli ha saggiamente studiato e poi concretizzato la convocazione di Paletta, è perchè probabilmente si è reso conto che dietro i tre titolari della Juventus (Boucci, Chiellini, Barzagli) c’è ben poco. La Nazionale, più che i rispettivi club, ha provato a costruire una dimensione internazionale per Ogbonna, Astori, Ranocchia. Senza però riuscirci a pieno.
2) C’è invece una nuova abbondanza alle spalle di Buffon. Il numero uno della Juventus qualche pallone in più potrebbe bloccarlo, invece di repingere solo. Ma non è in discussione. In chiave Brasile, poco da discutere sulla numero dodici assegnata a Sirigu e sul poco stimolante ballottaggio per il ruolo di terzo. E’ invece più interessante lo scenario in prospettiva. C’è Perin, la cui crescita nel diventare meno spettacolare e più concreto è stata premiata con la convocazione di Prandelli. Ma ci sono anche Bardi, colonna dell’Under 21 di Gigi Di Biagio e la rivelazione Scuffet. Giovani e titolari in Serie A. Quello che serve per l’Italia del futuro.
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