3 minuti per la lettura
TITO- Sarà una serata di grande musica al Centro per la creatività giovanile “Cecilia” di Tito. Ad esibirsi, questa sera, alle 22, in versione acustica saranno i Tre Allegri Ragazzi Morti (a seguire ci saranno gli Esquelito). Quella di Tito è la penultima data di questo tour particolarissimo che vede i TARM, a 21 anni dalla loro nascita, eseguire in acustico i loro pezzi migliori uniti naturalmente a qualche chicca della loro produzione. Le porte della struttura titese si apriranno alle 15.30, per un incontro con il fumettista e voce della band Davide Toffolo. Sarà però soprattutto musica con una band dalla carriera ultraventennale formata oltre che da Toffolo, da Andrea Maglia (chitarra, solo nei live), Luca Masseroni (voce e batteria) e da Enrico Molteni (basso). E’ quest’ultimo a parlare in anteprima rispetto al concerto di Tito, con il Quotidiano del sud.
Enrico, per la prima volta nella vostra storia ultraventennale avete strutturato un intero live in acustico. Quali sono le particolarità di questo concerto?
«E’ strutturato come una sorta di “the best”, cioè sono le canzoni che pensiamo siano venute meglio o quelle che il pubblico preferisce sentire di più. Ci sono poi un po’ di canzoni che di solito non facciamo e che in acustico riusciamo a fare. Un’ora e 45 di concerto e la cosa bella che il volume più basso rispetto al solito permette alla gente di partecipare di più e anche di cantare».
Di questo tour avete pubblicato un disco e insieme a questo c’è anche un volume “Vent’anni di comunicazione visiva nel laboratorio di Tre allegri ragazzi morti”. Questo ha mostrato come la storia della band non è solo musica ma- come si legge nella prefazione- un mondo parallelo creato da voi. Quanto è distante questo mondo dalla realtà?
«Questo tipo di fantasia che abbiamo messo nelle nostre vite ci permette di poter immaginare un mondo simile a quello reale, ma con un po’ più di dolcezza ed amore per le cose belle. Questo negli anni ci ha portato a vivere non allineati al 100% alla vita reale».
Ciò che collega da 21 anni, paradossalmente il vostro mondo a quello del pubblico, è la maschera che indossate ad ogni concerto. Cosa rappresenta per voi questo oggetto?
«La maschera è nata come espediente per essere fotografati e ripresi dalla telecamere, perché inizialmente l’idea era quella di essere solo dei fumetti e dei cartoni. La nostra idea era quella di non avere un’immagine fisica vera e propria. C’è un immaginario e la maschera permette a tutti di partecipare a questo immaginario».
Giorgio Canali è una personalità artistica molto presente nella vostra storia. Nella sua biografia “Fatevi Fottere” c’è un suo scritto su di lui nel quale lei racconta della stima di Canali per Jovanotti. Con questo artista main stream nel 2013 avete fatto un tour. Le due cose sono collegate cioè, anche per questo avete accettato la collaborazione?
«Lo sono. Anche perché negli anni 90 Jovanotti chiamò i Csi a partecipare ad un suo tour. C’è un precedente e noi anche grazie a questo abbiamo capito che a Jovanotti piace un certo tipo di musica e di attitudine. Canali diceva sempre che Jovanotti è l’unico vero artista italiano davvero degno, questa cosa all’inizio non la capivi, sembrava una provocazione ed invece aveva ragione».
Concludiamo. Cosa è per lei la Bellezza?
«La Bellezza è ciò che cerchiamo perché ci fa stare bene».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA