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Domenico Chirico, indicato dagli investigatori come uno degli esponenti di spicco della cosca Condello nella zona di Gallico, a Reggio Calabria, è stato assassinato questa mattina in un agguato sul lungomare di Gallico. Secondo le prime informazioni, Chirico era cognato del pentito Paolo Iannò e genero del boss Paolo Suraci, assassinato in un agguato nel 1987. Chirico gestiva, insieme alla moglie, figlia di Suraci, una gioielleria. Chirico, 59 anni, era stato scarcerato da alcuni mesi dopo avere scontato una condanna per associazione mafiosa inflittagli nel processo per l’operazione Olimpia, risalente al 1995. Nel momento in cui è stato ucciso, si trovava sul lungomare di Gallico ed era solo. L’agguato, secondo quanto è emerso dai primi accertamenti della Squadra mobile di Reggio Calabria, è stato compiuto da due persone una delle quali ha sparato contro il presunto boss una decina di colpi con una pistola calibro 9. La morte del pregiudicato è stata istantanea. Dopo l’omicidio molti si sono allontanati. La polizia sta tentando adesso di raccogliere le testimonianze delle persone presenti per ricostruire nei dettagli la dinamica dell’agguato.

Dda: “Nessuna vendetta contro il pentito”

Allo stato appare poco credibile l’ipotesi di un collegamento tra l’omicidio di Domenico Chirico ed il pentito Paolo Iannò, cognato della vittima. È quanto riferiscono dalla Dda di Reggio Calabria a proposito dell’assassinio del boss della ‘ndrangheta accaduto stamattina sul lungomare di Gallico. Sul movente dell’assassinio, accaduto comunque con le modalità tipiche degli omicidi di ‘ndrangheta, al momento non è emersa una pista precisa. «E’ ancora troppo presto – hanno riferito le stesse fonti – e dobbiamo valutare appieno le risultanze investigative che emergeranno». Chirico era stato scarcerato per fine pena soltanto da alcuni mesi. Ciò che si sta accertando, in particolare, è se dopo la scarcerazione Chirico aveva riassunto un ruolo nelle logiche criminali di Reggio Calabria e, in particolare, nella cosca Condello, che occupa un posto preminente a Reggio Calabria. Non è escluso, infatti, che il movente dell’omicidio di Chirico possa collegarsi al suo tentativo di reinserirsi nel tessuto criminale reggino.

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