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Era il «referente politico del clan» Borghetto-Caridi-Zindato, federato ai potentissimi Libri. Gli affiliati gli avevano portato i voti alle ultime amministrative e lui, il consigliere comunale del Pdl Giuseppe Plutino, si era messo a disposizione per tentare di trovare “una sistemazione” a Domenico Condemi prima, e a sua cugina dopo. Ieri mattina, all’uscita dalla Questura di Reggio Calabria in tanti hanno salutato le sette persone ammanettate. Per loro parole di incoraggiamento: «Stai tranquillo Nino… tutto a posto Mico». Parole che hanno accolto anche il politico reggino: «Ciao compare Pino, stai sereno». Gli “amici” del quartiere di San Giorgio Extra c’erano tutti ieri. Plutino, “Compare Pino” è consigliere comunale da tre legislature ed è stato assessore all’Ambiente; contro di lui l’accusa di «concorso esterno in associazione mafiosa». Per il pm della Dda Marco Colamonaci aveva fatto pressioni verso un altro politico regionale affinchè assumesse nella sua Struttura Speciale un esponente del clan. La storia risale alla fine del 2010. Durante le elezioni Plutino ottiene un sacco di voti. La “famiglia”, si sbatte per chiedere preferenze. L’obiettivo è «arrivare tra i primi per farlo diventare assessore».

Immediatamente dopo le regionali alcuni affiliati del clan e Plutino avvicinarono Giovanni Nucera del Pdl, attualmente segretario questore del Consiglio regionale. Approfittando dei legami politici tra i due, il consigliere comunale chiede a Nucera di prendere nel suo staff Domenico Condemi (anche lui arrestato). Nucera però venendo dallo stesso quartiere, conosce bene il personaggio lo definisce «violento». Si rifiuta di accogliere la richiesta e dopo una lunga discussione, su richiesta dello stesso Condemi e di Plutino, accetta di fare un contratto a Maria Cuzzola, cugina di Condemi e nipote dei Cosimo ed Eugenio Borghetto. Un contratto a progetto di tre mesi, che alla scadenza Nucera si rifuterà di rinnovare nonostante le continue pressioni di Plutino e degli “amici” del quartiere. E’ per questo che gli uomini del clan avrebbero deciso di passare alle vie di fatto. Il 9 marzo scorso lasciano una tanica di benzina, con tanto di miccia innescata, sulla macchina del consigliere. Nucera denuncia l’episodio, ma afferma di non sapere né chi è stato né il perché della minaccia. Successivamente però arrivano altri messaggi più o meno velati. Il consigliere regionale si spaventa e racconta tutto ad un uomo della Digos. Teme per sé e per la sua famiglia che vive a San Giorgio Extra. La denuncia di tutti i fatti quando Domenico Condemi minaccia esplicitamente il figlio di Nucera: «Digli a tuo padre che la tanica di benzina è solo l’inizio». A qul punto va dalla polizia e racconta tutto. Da qui le indagini, che hanno poi messo assieme tutta una serie di altri episodi e spiegato il ruolo di Plutino. L’inchiesta contiene tutta una serie di approfondimenti della polizia e anche le intercettazioni di carabinieri fatte per “Crimine”. Per Plutino era stata fatta una vera e propria campagna elettorale in un quartiere,San Giorgio Extra, nel quale non tutti possono chiedere voti. Nella zona della cosca, alcuni manifesti elettorali era vietato anche affiggerli al muro. Una cosca assolutamente egemone nel quartiere, in grado di fare estorsioni e di controllare i rom del quartiere Ciccarello. E ancora Leo Caridi (nella foto al momento dell’arresto), dopo l’esecuzione dei mandati di cattura dell’operazione “Alta tensione” dei mesi scorsi, aveva iniziato a ricoprire il ruolo di reggente . Sostituendosi nelle gestione degli affari della famiglia, ai boss arrestati nella precedente operazione. Oltre a Leo Caridi, a Giuseppe Plutino e a Domenico Condemi, in manette sono finiti Filippo Condemi, Rosario Calderazzo, Vincenzo Rota e Vincenzo Lombardo. Per tutti, ad esclusione che per Plutino (a cui viene contestato il concorso esterno), l’accusa è di associazione a delinquere.

PLUTINO SOSPESO DALL’INCARICO

Intanto si apprende che il prefetto Luigi Varratta ha sospeso il consigliere comunale di Reggio Calabria Giuseppe Plutino, arrestato ieri nell’ambito dell’operazione antimafia «Alta tensione 2», coordinata dalla Dda reggina. Plutino era stato eletto nella lista del Pdl.

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