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Operzione del R.O.S. e dei Carabinieri di Reggio Calabria, per l’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo di beni, mobili ed immobili, per un valore di 7milioni di euro, emesso dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti dei latitanti Rocco Aquino, Giuseppe Aquino e Vincenzo Tavernese, raggiunti da un provvedimento cautelare in carcere, al termine dell’operazione ‘Il Crimine’.
Secondo gli elementi emersi dalle indagini, Rocco Aquino e Vincenzo Tavernese, sarebbero, rispettivamente, a capo del locale di ‘ndrangheta di Marina di Gioiosa Jonica e, il secondo, al vertice di una delle sette famiglie che operano nell’ambito del locale di Toronto (Canada). Due personaggi di spicco, tutt’ora latitanti, e ai quali oggi i Carabinieri hanno sequestrato beni per circa sette milioni di euro.
Il ruolo dei due esponenti della criminalità calabrese era emerso proprio nelle indagini che a luglio avevano portato all’emissione di centinaia di provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti affiliati che operavano in tutta Italia. Secondo le attività investigative, Aquino e Tavernese avrebbero partecipato alle riunioni organizzate tra i maggiori esponenti delle cosche del mandamento Jonico, per la risoluzione delle diverse problematiche insorte all’interno della ‘ndrangheta e documentate anche nelle altre attività investigative collegate. In particolare, i due sarebbero intervenuti anche per l’omicidio di Carmelo Novella, e ad una scissione interna al locale di Marina di Gioiosa Jonica con la nomina a capo società di Rocco Aquino, subentrato a Nicola Rocco Aquino.
In questo contesto, Rocco e Giuseppe Aquino sono risultati a capo del locale di ‘ndrangheta di Marina di Gioiosa Jonica, mentre Tavernese avrebbe guidato una famiglia canadese strettamente collegata alla cosca Aquino, come dimostra anche l’arresto di Giuseppe Coluccio, bloccato a Toronto il 7 agosto 2008, dalla polizia locale e dai carabinieri del Ros. Partendo dai risultati investigativi di «Crimine», i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno potuto sequestrare i beni, tra cui due strutture alberghiere, confermando l’abitualità delle cosche della ‘ndrangheta jonico-reggina a reinvestire i proventi derivanti dal traffico internazionale di cocaina, nei settori turistico ed immobiliare.
I beni sottratti alla cosca sono: 19 immobili tra cui ville e terreni, ubicati nella locride, una imbarcazione, una decina di autovettura autovetture, 2 società operanti nei settori edilizio e turistico – commerciale e numerosi conti correnti e depositi al risparmio. I carabinieri inoltre, hanno scoperto a Marina di Gioiosa Jonica un bunker nell’abitazione di Giuseppe Aquino, 49 anni; un nascondiglio che sarebbe stato utilizzato dallo stesso Aquino, latitante dal luglio del 2010 ed accusato di omicidio e associazione per delinquere di tipo mafioso. Il bunker era in fase di realizzazione sotto il pavimento di una stanza della villa di Aquino e vi si accedeva attraverso una botola. Controllando il pavimento del locale i carabinieri hanno avvertito un vuoto, hanno divelto i mattoni ed hanno trovato la botola che scendeva per qualche metro in un vano delle dimensioni di 4 metri per 4.
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