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Oltre sette ore di requisitoria per ricostruire la genesi della faida di San Luca, dal primo agguato, compiuto nel 1992 in risposta ad uno scherzo di carnevale, fino alla strage del Natale 2006, in cui fu uccisa Maria Strangio e ferite altre quattro persone, tra le quali un bambino di 5 anni. È cominciata così la requisitoria al processo per la faida tra i Pelle-Vottari ed i Nirta-Strangio culminata nella strage di Duisburg del Ferragosto 2007. Una requisitoria che la Dda di Reggio Calabria ha suddiviso in tre parti. La prima è stata condotta oggi dal pm Adriana Fimiani. La rappresentante dell’accusa ha rivolto particolare attenzione alla strage di Natale ed all’omicidio di Maria Strangio, moglie del presunto boss Gianluca Nirta, vero obiettivo dell’agguato.
Il pm, nella sua requisitoria davanti ai giudici della Corte d’assise di Locri, ha sostenuto che per l’accusa il mandante dell’agguato è stato Francesco Pelle, detto «Ciccio Pakistan» e l’organizzatore il cugino Franco Vottari insieme ai fratelli Santo e Sebastiano. A sparare, secondo il pm, sarebbe stato Sebastiano Vottari insieme «ad altri tre ragazzi». Adriana Fimiani ha poi affermato che sono falsi gli alibi portati al processo dai fratelli Franco e Sebastiano Vottari per il pomeriggio del giorno di Natale, basati su un video girato in casa Vottari ed al centro delle perizie nel corso del processo. La requisitoria riprenderà venerdì prossimo con l’intervento del pm Federico Perrone Capano, che partirà dall’omicidio di Bruno Pizzata, un allevatore di bestiame ucciso il 4 gennaio 2007 per vendicare, secondo l’accusa, l’omicidio di Maria Strangio, per arrivare sino alla strage di Duisburg. Le conclusioni, probabilmente già venerdì sera, saranno tratte dal procuratore aggiunto di Reggio, Nicola Gratteri, che formulerà le richieste dell’accusa.
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