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E’ necessaria una rapida riflessione sulle ragioni di una sconfitta, per molti versi annunciata, non di Salvatore Adduce, ma di un partito che ha perso la propria motivazione di partito guida delle politiche
territoriali e la propria capacita’ di dialogare e rappresentare i cittadini.
Ho letto i vari interventi apparsi sui giornali. Gli spunti forniti sono molti, le soluzioni da adottare, in fondo, semplici e chiare, se solo si avesse la voglia di applicarle.
Non credo che sia il momento di compiere una squallida operazione di caccia alle streghe. Al contrario, questa puo’ essere l’occasione per ritrovare le ragioni dello stare insieme all’interno di un partito che, ontologicamente, deve lavorare per rispondere alle istanze che provengono dalla gente, dai cittadini, dando soluizoni a chi, lontano dai palazzi, ha la necessita’ di sapere come superare un altro giorno perdendo la dignita’ di uomo per un lavoro che non si trova, o di fare i conti con una retribuzione insufficiente a soddisfare i bisogni dei propri figli.
Questo e’ il primo fallimento della politica, l’aver messo, avanti a tutto, le strategie al posto dei bisogni; la vittoria elettorale al posto dei valori e dei progetti per cui vale la pena impegnarsi e cercare il consenso degli elettori.
Forse e’ il caso, allora di ricordarsi il perche’ di un impegno politico: e’ l’impegno per gli altri, il poter dare il proprio contributo di tempo e saperi per aiutare la collettivita’ in cui si vive, ad essere la stella polare dell’impegno in politica. Come diceva Giorgio La Pira: la politica come servizio alla speranza – individuale e collettiva -.Tutto il resto viene dopo, o almeno cosi’ dovrebbe essere.
Durante la sua campagna elettorale per la nomina a segretario regionale Antonio Luongo aveva ribadito a chiare lettere che era giunto il momento di anteporre gli interessi del partito, inteso nella su accezione piu’ “nobile”, alle storie personali di ciascuno.
Dissi anche ad Antonio che se era questo il lavoro da fare lo avrei sostenuto in tutti i modi possibili.
Non l’ho piu’ rivisto da allora, ma sono convinto che se decidera’ di attuare quanto aveva posto a base della sua elezione, il suo mandato di segretario regionale lascera’ il segno nella storia della nostra regione come gia’ avvenne negli anni a cavallo tra il 1990 ed il 2000. Quando fu proprio l’allora piu’ giovane Antonio Luongo a pilotare un neonato centrosinistra alla vittoria elettorale aprendosi alla societa’ civile, raccogliendo ed incanalando quello che Salvatore Santoro , dalle pagine del “Quotidiano”, ha chiamato sentiment, in un riuscito matrimonio tra politica ed istanze della societa’.Il connubio tra queste due forze produsse quello che innegabilmente e’ stato il periodo piu’ florido e ricco della nostra regione, dati Censis alla mano.
In conclusione la ricetta per ripartire e’ semplice: un partito che all’esterno si deve aprire alla societa’, che dialoga ed incanala le energie che provengono dal mondo produttivo e del lavoro senza il timore di confrontarsi apertamente con la gente ed accettando le critiche e le censure, anzi traendo nuovi spunti e soluzioni da queste. Un partito che torni presente sul territorio, come sino ad oggi ha dimenticato di fare per una mal interpretata concezione di nuova gestione della politica legata ad un partito “liquido”. Cosi’ liquido da essere ormai evaporato … e vivo solo nella sua autoreferenzialita’.
All’interno e’ invece necessario procedere immediatamente alla ricucitura delle varie anime che compongono il partito e che ne accettano le regole: le diversita’ di vedute sono una ricchezza, e la tolleranza ed il rispetto del pensiero e delle aspirazioni altrui, opportunamente mediate, da’ forza ed energia ad una macchina che ha bisogno di una spinta per riaccendersi e ricominciare a correre. Che nessuno pensi di poter forare le ruote della macchina su cui si sta’ viaggiando insieme. Il risultato sarebbe solo quello di fermarsi tutti ! !
Ultimo punto di riflessione: caro Salvatore hai avuto una grande idea ad indicare quattro validi e giovani ragazzi materani come assessori. Ed allo stesso tempo, finalmente, ho visto affermarsi nelle liste dei candidati consiglieri giovani, ragazzi che dobbiamo assolutamente coinvolgere per aiutarci a progettare il futuro di questo partito. E questo deve essere fatto subito ! !
Lasciamo perdere i timori che il nuovo possa andare in competizione e modificare gli equilibri di potere, vinciamo tutti se la societa’ in cui viviamo cresce e produce novita’.
Infine un abbraccio ed un augurio a Raffaello De Ruggieri, Sindaco della mia citta’, mio Sindaco, per il difficile compito che dovra’ assolvere. Credo che sia obbligo di tutti fornirgli il massimo aiuto perche’ questi 5 anni siano un punto di svolta per la citta’, smettendola di pensare, come troppo spesso noi materani facciamo, che il tanto peggio e’ tanto meglio. Questi anni sono troppo importanti per inseguire infantili rivincite: o vinciamo insieme o perdiamo tutti. Buon lavoro Sindaco.
*sindaco di Matera dal 2002 al 2007
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