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DOPO UN lungo periodo di magra, quest-anno Babbo Natale porta solo buone nuove per Fca e il comparto automotive della Basilicata. In quest’ultimo mese del 2014, infatti, nello Stabilimento Fiat Sata di Melfi si produrranno quasi 13.500 vetture. Circa 3.000 in più di quanto programmato. E per farlo si lavora anche di sabato (13 e 19 dicembre). Praticamente un primato poiché ormai erano anni che in uno stabilimento italiano del Lingotto non si faceva ricorso allo straordinario. Il segno evidente che le produzioni di Melfi stanno marciando a ritmi sempre più sostenuti verso il mercato.
La Renegade continua a scalare le classifiche di vendita: a novembre è entrata tra le dieci auto più vendute in Italia del “segmento C” con 1026 immatricolazioni. Ma anche la produzione di dicembre è in crescita rispetto al preventivato. Secondo indiscrezioni il piccolo Suv Jeep questo mese chiuderà con oltre 6.500 esemplari assemblati, 1.000 in più del programmato.
Da gennaio, invece, inizieranno ad essere censiti i dati di vendita della nuova Fiat 500x che, comunque, a giudicare dai numeri di produzione – a dicembre se ne realizzeranno il doppio del previsto – sta piacendo, e tanto. Ma è anche la Punto, a sorpresa, a tenere grazie ad una strategia commerciale aggressiva, soprattutto sulle motorizzazioni a metano.
Ma le notizie positive non finisco qui. Mentre nel comparto logistico si continuano a segnalare nuove assunzioni, ormai quasi il 90% delle aziende dell’indotto ha concluso la Cassa Integrazione e sta ricorrendo ai lavoratori interinali per stare dietro ai ritmi richiesti da Sergio Marchionne.
Intanto la Regione Basilicata si è impegnata con Fiat a prolungare la Cassa Integrazione Straordinaria in modo da agevolare il graduale inserimento di tutti i lavoratori (previsto in primavera). E’ questo un segnale di attenzione importante che arriva da via Verrastro, ma non sufficiente: restano da sciogliere ancora nodi importanti per migliorare la competitività di contesto e attrarre investimenti in un comparto che, oggi più che mai, è trainante.
L’istituzione della Consulta Regionale dell’Automotive (già attiva a livello nazionale), invocata da più parti, può essere la strada per disegnare insieme (governance regionale e locale, imprese e sindacati) una strategia unica e comune.
I temi da affrontare restano molti, piccoli e grandi. Per esempio: come è possibile che, per le aziende, l’ammontare della Tarsu sia determinato in base alle dimensioni degli opifici invece che sul numero di persone (cioè chi produce rifiuti) e a prescindere dal fatto che siano effettivamente a lavoro o in cassa integrazione?
La competizione è ormai tra territori, non possiamo permetterci di perdere anche questo vantaggio che ci è capitato.
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