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E’ arrivato il momento di condividere qualche riflessione, dopo che anche la stampa nazionale si è accorta di alcune incongruenze a proposito della candidatura a Capitale della Cultura Europea 2019 di Matera. Il titolo de “Il Fatto Quotidiano” di Lunedì 22 settembre è emblematico: La città senza treni vuole volare in Europa.
Il M5S non è contrario tout court alla candidatura di Matera a Capitale della Cultura nel 2019, è bene ribadirlo in premessa, per evitare fraintendimenti. Anzi ci auguriamo, come tutti i lucani, una vittoria. Rimaniamo però fortemente critici verso il metodo con cui si è arrivati ad un dossier di candidatura che non è partito dal basso; non ha coinvolto le altre forze politiche sul territorio (a titolo di esempio, a Lecce, anch’essa città candidata, il M5S pur non essendo presente nel consiglio comunale, è stato ufficialmente ascoltato dal Sindaco della città); non ha in alcun modo coinvolto le associazioni culturali; non ha tenuto conto in modo appropriato delle reali risorse culturali della città , come gli stessi antichi rioni e che ha addirittura considerato il petrolio come “un’opportunità per interrogarci sul rapporto tra uomo e ambiente”!
E’ paradossale che il dossier di candidatura di Matera, alla luce delle recenti polemiche sul decreto Sblocca Italia, contenga la parola “petrolio” e lo consideri addirittura uno spunto di riflessione!
Ha ragione il Fatto Quotidiano quando si chiede se questa candidatura, anche con eventuale esito positivo, basterà a risolvere i tanti problemi che affliggono Matera, come la disoccupazione e l’emigrazione giovanile o le infrastrutture e i trasporti, di cui, al contrario di come sostiene il sindaco Adduce in risposta ad un mio tweet, dovremmo preoccuparcene prima di diventare “ attrattivi“. A tal proposito, diversi mesi fa, con l’ex Amministatore Delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, affrontammo l’argomento della mancanza di un collegamento ferroviario a Matera e la risposta che ricevemmo in quell’occasione, fu che l’assenza di un collegamento di Trenitalia con Bari, fosse da attribuire alla presenza delle FAL, il cui Presidente del C.d.A. è anche Presidente del Consiglio Comunale di Rutigliano, in quota centro-destra. Mentre per il completamento della tratta Matera-Ferrandina non furono lasciate alcune speranze perché considerata anti-economica.
Del resto Joseph Grima, direttore artistico del Comitato Matera Capitale Europea della Cultura 2019, a Giugno dichiarò che “ Matera era uno dei posti più raggiungibili in Europa e che la storia del gap strutturale fosse un mito assoluto, una barriera psicologica “, aggiungendo che la maggior parte delle persone si spostasse tramite l’aeroporto di Bari e che quest’ultimo fosse facilmente raggiungibile. Forse Grima, che probabilmente non utilizza mezzi pubblici, come anche gli altri politici della città materana, non conosce, ad esempio, la travagliatissima storia delle navette Bari Palese-Matera finanziate a singhiozzo dalla Regione Basilicata, di cui più volte il MoVimento 5 stelle si è occupato. Di sicuro non ha potuto raggiungere il capoluogo della provincia di domenica con la littorina, perché il servizio delle FAL è interrotto.
Ma riprendiamo a parlare della candidatura di Matera. E’ vero, che anche in caso di sconfitta, è stata già prevista una fondazione con 20 milioni di euro in dotazione (a cui se ne aggiungeranno altri 23 milioni in caso di vittoria); ma tutti questi fondi saranno veramente destinati al turismo? Al recupero dei Sassi? Alla collettività? O rimarranno nell’alveo dei sostenitori, dei soliti noti e del loro triste codazzo ossequioso (come lo definisce Materatown.net), dispersi tra i mille rivoli di consulenze e progetti autoreferenziali?
La verità è che questo dossier, così come emerge dalle stesse parole del Sindaco Adduce “ è il più importante programma politico di cambiamento della città” da più di 10 anni a questa parte. Verrebbe da chiedersi allora cosa abbia fatto, di politico, fino ad ora, la classe dirigente cittadina, come anche quella regionale. La candidatura appare allora solo un pretesto, un’occasione di consenso politico, magari per le prossime comunali. La cultura quindi,strumentalizzata per fini elettorali . Senza che ci sia stata mai una vera occasione di confronto con la cittadinanza, né mai un dibattito condiviso sul reale significato del concetto stesso di cultura, per una città come Matera. L’affermazione di Adduce, per come la vedo io, è una limpida ammissione di colpa.
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