X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

SARA’ un estate da ricordare per il tempo incerto, ma sarà anche la stagione estiva in cui quasi tutta la Calabria ha dovuto fare i conti con cumuli di spazzatura disseminati ovunque, conditi da roghi improvvisi dei cassonetti, odori nauseabondi e dubbi sulle conseguenze per la salute. Anni di emergenza, strapagati con montagne di milioni di euro, hanno generato montagne di rifiuti invece di risolvere i problemi. Le cause variano da provincia in provincia, ma il risultato è sempre lo stesso.

GUARDA LE FOTO DELL’EMERGENZA IN CALABRIA

Così, a Vibo Valentia, basta una nuova aggiudicazione del servizio di raccolta per creare il più grande scempio ambientale che si sia mai visto (LEGGI). La città è persino peggio delle immagini di Napoli che, qualche anno fa, hanno fatto il giro del mondo. La situazione è drammatica. C’è già chi denuncia infezioni e problemi di salute. Il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, nel presiedere l’ennesimo vertice, è stato categorico anche rispetto alle responsabilità degli enti locali: «Ci saranno delle sanzioni disciplinari – ha detto – mi preoccupa, da uomo di Stato, la gestione dei cittadini che pagano le tasse in forma esagerata rispetto ai servizi che ricevono». Serviranno ancora giorni per completare l’iter burocratico che porterà all’avvio del nuovo servizio, ma intanto lo stesso prefetto prova a spegnere le polemiche: «Entro domenica la città dovrà essere pulita». Lo ha ripetuto più volte, anche se resta da capire come questo sarà possibile.

Dal Vibonese al Cosentino il passo è breve. Qui sotto accusa è finita la gestione della discarica di Celico prima chiusa e poi riaperta per i ritardi dei pagamenti della Regione (LEGGI L’ARTICOLO). Ma oltre ai problemi di pagamento c’è anche un’ordinanza comunale vieta il transito ai mezzi autotreni e autoarticolati. L’obiettivo è quello di ristabilire un minimo di legalità lungo una strada completamente non idonea a sopportare un traffico merci di quella portata. Ma sullo sfondo si intravede già l’emergenza. Perché con la penuria di strutture pronte ad accogliere rifiuti, la chiusura di Celico rischia di inceppare l’intero sistema. Anche in questo caso non mancano le polemiche. Da una parte c’è la ditta che gestisce la struttura e che porta sul tavolo la richiesta delle spettanze dovute dalla Regione, dall’altra gli ambientalisti, secondo i quali si tenta solo di “battere cassa” per sollevare ulteriori polemiche e incassare denari. In mezzo c’è il problema concreto di una condizione già non proprio perfetta e che rischia di peggiorare giorno per giorno.

Non va meglio in provincia di Reggio Calabria. Il servizio funziona a singhiozzo in molte realtà, ma qui, come nella provincia di Catanzaro, preoccupano soprattutto quei centianaia di cumuli di immondizia che si registrano ovunque. Proprio a Reggio, i vigili del fuoco hanno dovuto lavorare per ore prima di riuscire a spegnere un incendio che ha interessato un ammasso di rifiuti ingombranti lungo la statale 106, provoncando anche diversi disagi (LEGGI). Nel Catanzarese, invece, le tantissime micro discariche presenti sul territorio, persino lungo le piazzole di sosta in molti tratti della statale 106, sono il segno di un sistema che non funziona, oltre che dell’inciviltà di qualcuno.

Infine, la provincia di Crotone. Anche qui i disagi aumentano giorno dopo giorno. Servizio poco puntuale, cumuli di spazzatura in città e in alcuni comuni della provincia e prospettive per nulla rosee. Impossibile, d’altronde, sperare in un futuro migliore, considerato l’allarme ripetuto più volte anche dall’istituzione regionale, mentre c’è chi resta impegnato nella ricerca di responsabilità e nel rimpallo dei ruoli che a nulla servono rispetto ai problemi quotidiani.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE