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ANCORA nessuna notizia sulla ragazza calabrese rapita in Siria insieme alla sua amica (LEGGI). E la Farnesina, ora, chiede il silenzio stampa per poter gestire la situazione senza complicazioni. «Serve discrezione», afferma il vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli intervenendo a SkyTg24 e assicurando che «è da prima che la notizia fosse nota che siamo sulle tracce, alla caccia del gruppo che ha rapito le due ragazze».

Vanessa Marzullo e Greta Ramelli si trovavano nella nazione tormanetata dalla guerra civile dal 28 luglio. Le due cooperanti sarebbero state rapite nel villaggio di El Ismo, a ovest di Aleppo, da uomini armati dalla casa di quello che viene indicato come il “capo del Consiglio rivoluzionario” locale, presso il quale erano ospitate. Una zona, quella del nord del Siria, dove ribelli, jihadisti islamici e bande di criminali comuni si contendono il territorio, e dove il business dei ricatti è la principale fonte di sostentamento di molti gruppi estremisti.

LE FOTO: VANESSA E LA SUA AMICA GRETA

Vanessa, che vive nel Bergamasco ma è nata e cresciuta in Calabria, in provincia di Cosenza, è da sempre impegnata in difesa dei diritti civili della popolazione siriana. Insieme a Greta, che invece vive in provincia di Varese, esono fondatrici del Progetto Horryaty, iniziativa di solidarietà per la Siria, che si occupa soprattutto di attività nel settore sanitario e idrico. Un impegno che gli amici definiscono «eroico»

VIDEO/1: COSI’ VANESSA RACCONTAVA IL SUO IMPEGNO PER LA SIRIA

VIDEO/2: PER GLI AMICI VANESSA E’ UN’EROINA

Le due ragazze sono invece due bambine che «giocano alle “piccole umanitarie”» secondo l’assessore all’Ambiente del Comune di Varese – ex An poi Pdl – Stefano Clerici, che a proposito di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo scrive sulla sua pagina Facebook: «Ora mi chiedo: per le due sprovvedute (sarò diplomatico) partite per farsi i selfie tra i ribelli siriani è giusto che si mobiliti la diplomazia internazionale? Si, per carità. Ma che addirittura si ipotizzi il pagamento di un riscatto a spese nostre?». E poi polemicamente invita a «far pagare ai loro ancor più sprovveduti genitori. Umanamente – aggiunge – mi dispiace, per carità, ma con la guerra non si scherza e da bambine è bene che non si giochi alle “piccole umanitarie”, ma con le barbie».

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