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«VIVEVA, or non è molto, in una terra della Mancia, che non voglio ricordare come si chiami, un hidalgo di quelli che hanno lance nella rastrelliera, scudi antichi, magro ronzino e cane da caccia ». Un libro da leggere o rileggere? Bella domanda. Poi, eccolo improvvisamente comparire nitido come non mai il profilo sbilenco de “El ingenioso hidalgo don Quijote”. Cervantes, dunque. Perché in un tempo come questo, impregnato del fragoroso rumore di mulini al vento, l’Utopia serve come non mai per non perdere di vista l’anima. La fantasia e il sogno in sella a un ronzino. Al galoppo!

 

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