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QUELLO di Michele Albanese, il cronista del Quotidiano costretto da alcuni giorni a vivere sotto scorta (LEGGI), è il caso più eclatante. Ma sono 89 i giornalisti minacciati in Calabria su 2650 iscritti all’Ordine: 34 ogni mille iscritti, rispetto ai 12 del Lazio, agli 8 della Lombardia e ai 6 del Piemonte. E’ quanto emerge da uno studio dell’Istituto Demoskopika che ha elaborato i dati dell’Osservatorio «Ossigeno per l’informazione», dal 2011 ad oggi. Il report, intitolato «Stampa sotto assedio», è stato illustrato a Catanzaro, nella sede regionale dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, da Raffaele Rio di Demoskopika e dal presidente dell’organismo calabrese di categoria Giuseppe Soluri. La Calabria secondo l’indagine che ha standardizzato i dati, conquista il podio (superata solo dalla Basilicata con 39 cronisti nel mirino su mille), per le minacce alla libertà di informazione.

«Da questa ricerca – ha detto Soluri – viene fuori un quadro analitico e chiaro di un fenomeno su cui è rivolta da tempo la massima attenzione di Ordine e Sindacato. Il caso Albanese è emblematico e dà il segnale della situazione. Lui e gli altri colleghi minacciati, tuttavia, hanno manifestato grande coraggio continuando a scrivere e, anzi, accentuando il loro impegno».

«Oltre il 70% dei condizionamenti – ha spiegato Rio illustrando i risultati dello studio – sono stati rilevati in provincia di Cosenza (37,1%) e di Reggio (36,5%), rispettivamente con 33 e 32 casi. Segue Catanzaro (18%) e poi Vibo (5,6%) e Crotone (3,4). Tra i media più minacciati prevale la carta stampata (84,3%), poi tv e radio (12,4%) e media online 3,3%, ma in costante crescita. In cima alle tipologie di minaccia ci sono gli avvertimenti (33,7%), aggressioni fisiche (24,7%), denunce e azioni legali (20,2%) e i danneggiamenti (15,7%)».

 

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