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POTENZA – Al centro Olio di Viggiano si comincia di nuovo a pensare ad assunzioni. Un numero anche piuttosto elevato, dai 300 ai 700 nuovi lavoratori in totale. Una buona notizia per i disoccupati dell’area, che si sono riuniti in un comitato, se non fosse che molto probabilmetne molti di questi nuovi operai arriveranno da fuori regione e per giunta  unità presumibilmente senza specializzazioni e con qualifiche generiche.

A questo proposito sono intervenuti i membri del comitato, che sperano si tratti «di una voce infondata come spesso accade in queste battaglie tra poveri, calate ad arte per seminare zizzania e continuare imperituri a dividerci. Ma se qualora dovessero corrispondere al vero? Le realtà  territoriali che hanno risorse energetiche vengono bistrattate dal Governo centrale, figuriamoci dalle compagnie petrolifere che si ergono padroni a casa nostra. Abbiamo speso venti anni e più, a rincorrere sui giornali, sui media continui dibattiti sul federalismo.

Abbiamo fatto referendum costati miliardi di Lire prima, milioni di euro dopo, sul Titolo V della Costituzione, abbiamo assistito a teatrini di maggioranze, abbiamo erogato centinaia di milioni di euro di finanziamento pubblico a partiti che si sono eletti a paladini del federalismo, ed ora scopriamo che venti anni e più si cancellano d’un colpo solo? Che l’energia solo oggi, solo in questo momento storico diventa un capitolo strategico del nostro paese a danno di chi ci vive?

Non possiamo credere che in un colpo solo fallisca un progetto che vuole i territori protagonisti, se così fosse si evidenzierà in primo luogo il fallimento delle Regioni, Istituzioni cuscinetto che sono a metà strada tra il Governo centrale e le comunità locali.

Chiediamo ad Eni e alle Istituzioni locali e non (titolo V a parte) che si rimuovano come dice la nostra Costituzione, gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini».

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