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UNA superficialità che è costata cara a Mario Cipolla, un cittadino di 38 anni di Potenza, feritosi accidentalmente a una mano e recatosi per questo al Pronto soccorso del San Carlo di Potenza.

Tutto succede lo scorso 26 aprile. Cipolla mentre è in campagna per raccogliere mirtilli da una piantina avverte un dolore fortissimo al dorso della mano sinistra. Il dolore è così forte che l’uomo decide di recarsi subito al Pronto Soccorso dell’ospedale San Carlo. E’ sabato, sarebbe impossibile contattare il medico di base e comunque quel dolore è così forte che lo convince della necessità di recarsi al Pronto soccorso. Dopo qualche ora i sanitari del nosocomio lo liquidano: niente di grave, un po’ di Gentalin tre volte al giorno e poi se ne potrà occupare il medico di base, prescrivendo un’opportuna terapia antibiotica. La decisione dopo una semplice radiografia che, evidentemente, non è sufficiente a riscontare quello che è l’effettivo problema.

Infatti nei giorni successivi la mano comincia a gonfiarsi a tal punto da impedire ogni movimento. Un dolore forte, con cui Mario Cipolla deve convivere per oltre un mese. Finchè, dopo una visita chirurgica specialista – sempre presso il San Carlo –  gli viene finalmente riscontrata la presenza di un corpo estraneo nella mano.

Necessaria quindi l’asportazione tramite un piccolo intervento chirurgico. E qui la seconda beffa, perchè nonostante l’urgenza, è impossibile prenotare subito l’intervento. Al San Carlo quell’asportazione non si può fare prima del prossimo mese di luglio.

A quel punto Cipolla si rivolge alla Clinica Luccioni dove lo scorso 10 giugno è stato operato con l’asportazione di quella che è una grossa spina della piantina di mirtilli.

«Sarebbe stato sufficiente – è il commento di Cipolla – un accertamento più accurato al Pronto Soccorso del San Carlo attraverso un’ecografia per verificare subito la presenza del corpo estraneo perché, come mi è stato spiegato alla Clinica Luccioni, la radiografia non poteva dare alcun esito di riscontro di quello che comunque era stato identificato come corpo estraneo. Racconto la mia avventura – che oltre al dolore mi è costato un periodo di difficoltà a lavoro oltre ai costi a carico del Servizio Sanitario prima e dello Stato dopo per la mia malattia e l’impossibilità di lavorare – perché non accada ad altri».

Un caso doppiamente increscioso: prima per una valutazione superficiale che indubbiamente ha avuto degli effetti negativi sulla salute di un cittadino. E poi per le liste d’attesa, problema che sta diventando ogni giorno più grave. Ogni giorno riceviamo segnalazioni sulle lunghe attese per visite da effettuare al nosocomio: per la Reumatologia si rimanda a marzo del prossimo anno, per esempio. E per una visita ortopedica pediatrica non prima di novembre. E questo è un problema su cui ora è davvero il caso di lavorare.

a.giacummo@luedi.it

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