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MATERA – Lo ha detto Santo Versace, ma prima di lui anche coloro che sostengono la sfida di Matera a Capitale europea della Cultura nel  2019: la città merita di rappresentare l’Europa culturale nel 2019 e di diventare simbolo di un passato che sa costruire con il coraggio del futuro.

Il paradigma non è dei più semplici da realizzare anche perchè non è un segreto che a coniugarlo debbano essere anche forze politico-istituzionali poco avvezze a confrontarsi con lingue, tradizioni, stimoli di differenti culture.

Le “prove generali” già compiute tra l’altro con il concerto di Vinicio Capossela, il recital dei fratelli Servillo, il concerto di Franco Battiato  deporrebbero a favore di Matera e dell’utilizzo magistrale del Castello,  come conferma anche ciò che è avvenuto lunedì sera al Castello Tramontano (dove Mod’arte, la rassegna promossa dall’istituto Isabella Morra che ha presentato modelli realizzati dagli studenti dei diversi indirizzi).

La fortezza in stile aragonese, fra i luoghi più suggestivi della città offre un ulteriore punto di vista, una positiva lettura delle risorse cittadine in grado di unire storia e  scenografia.

Il tweet che Salvatore Adduce ha lanciato mentre seguiva la manifestazione la dice lunga intanto sull’attesa che la città riversa su questa sfida e poi sulla consapevolezza che il binomio cultura-territorio rappresenti  la carta vincente, insieme ad uno sguardo che  non trascura il futuro, la tecnologia, i nuovi strumenti di comunicazione.

Il sostegno di Santo Versace onora il primo cittadino e invita ad una riflessione: la candidatura adesso deve necessariamente passare nelle mani dei materani che devono comprendere e condividere questo impegno.

Va bene il coinvolgimento della Rai con iniziative come “Materadio”,  così come funziona l’attenzione delle riviste di tutto il mondo nei confronti della città dei Sassi, ma servono al più presto strumenti capillari come ha annunciato in questi giorni il sindaco.

Paolo Verri e Joseph Grima dovranno diventare interpreti privilegiati di un canovaccio  che non potrà trascurare rioni, strade, vicoli,  adulti, giovani anziani e bambini.

 Se un limite finora si deve registrare, infatti, è quello legato al pieno coinvolgimento dei materani ed è da qui che il cammino adesso dovrà proseguire per non perdere questa occasione.

 E il palco del Castello può essere un buon inizio.

Sdoganare i luoghi finora osservati da lontano è la strada giusta.

a.ciervo@luedi.it

 

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