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POTENZA – Il Castello di Monteserico e la Masseria Cafiero, a Genzano, non sono stati mai dichiarati beni «di notevole interesse pubblico», sebbene entrambi di indubbio valore storico e culturale. Per questo il progetto di un parco eolico da 12 mega-torri nel vicino Piano Cerreto è del tutto in regola, checché ne ne dica la Soprintendenza per i Beni ambientali e Paesaggistici.

Lo ha deciso il Tar Basilicta respingendo il ricorso del Ministero per i beni culturali contro la Regione Basilicata, che a maggio dell’anno scorso aveva dato il via libera alla Società Ventisei srl di Milano, per cui a novembre lo stesso Tar aveva accolto la richiesta cautelare di sospendere tutto e riconvocare gli uffi ci. Una misura ridimensionata dal Consiglio di Stato nella sospensione dei lavori e nulla più. 

Il contrasto con gli uffici di via Verrastro era emerso già un anno prima in conferenza di servizi quando la Soprintendenza aveva segnalato «l’interferenza visiva dell’intervento proposto rispetto ai beni culturali Castello di Monteserico e Masseria Cafiero». Poi aveva aggiunto «di essere impossibilitata ad eseguire una valutazione cumulata delle istanze di autorizzazione pervenute per l’area in esame, nonché ad esprimere un parere sul progetto, nelle more della definizione (da parte della Regione, ndr) delle aree non idonee per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili».

«Sul versante ambientale e paesaggistico – scrivono i giudici del Tar – non è in contestazione il fatto che le aree di sedime interessate dal progetto – Piano Cerreto, ndr – non sono assoggettate» al vincolo previsto dalle Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati  da  fonti  rinnovabili. Tant’è che la stessa Soprintendenza motiva il proprio parere contrario alla realizzazione dell’impianto con l’impossibilità di valutare eventuali l’interferenze visive dell’intervento col Castello di Monteserico e la Masseria Cafiero riferendosi alle norme a tutela delle «aree contermini a quelle sottoposte a tutela».

Ma «dagli atti di causa» i giudici del Tar evidenziano che anche il Castello di Monteserico e la Masseria Cafiero non risultano assoggettati ai vincoli previsti per le «aree di notevole interesse pubblico». Perciò non valgono le prerogative previste per questi ultimi, incluso il «dissenso qualificato» da parte della Soprintendenza che in caso di richieste di autorizzazione per impianti di energia rinnovabili obbliga la Regione a rimettere la questione al Governo perché valuti se può essere superato o meno in nome dello sviluppo, invece di provvedere da sola.  

Il dissenso, inoltre, stando ancora ai giudici del Tar «deve essere congruamente motivato, non può riferirsi a questioni connesse che non costituiscono oggetto della conferenza medesima e deve recare le specifiche indicazioni delle modifiche progettuali necessarie ai fini dell’assenso». Cosa che in questo caso non risulta avvenuta, dato che la Soprintendenza si sarebbe limitata «ad esprimere parere contrario alla realizzazione dell’intervento, sull’assunto dell’impossibilità di operare valutazioni su una (eventuale) interferenza visiva».

l.amato@luedi.it

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