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SCANZANO JONICO – Detriti di arbusti, bottiglie di vetro, pneumatici, elettrodomestici, rifiuti sanitari; e ancora fusti di olio esausto, barattoli di plastica contenenti pesticidi e persino carcasse di animali morti. E’ questo lo scenario che si presenta oggi davanti agli occhi di un turista, che volesse trascorrere una giornata di mare a lido “Terzo Madonna” di Scanzano Jonico a sinistra del fiume Agri.
La devastazione lungo circa un chilometro di arenile, si trascina da mesi nella sostanziale indifferenza di tutte le istituzioni competenti, compreso il Comune, che ha pensato bene di sottoscrivere un accordo con la ditta che si occupa della nettezza urbana e della pulizia dell’arenile, con decorrenza 30 maggio, ovvero oggi. Una data assolutamente “lunga”, visto che i lidi attrezzati iniziano a montare le loro strutture già ai primi di maggio e si fa un gran parlare di spingere la stagione turistica oltre i limiti canonici di luglio-agosto. Con questi presupposti è praticamente impossibile. Ma c’è di più, perchè ad oggi il degrado del lido è dovuto principalmente all’erosione, che nei mesi scorsi ha portato il mare ad invadere buona parte della pineta, già distrutta dall’incendio del 2012, con alberi morti a continuo rischio di precipitare al suolo.
Il lido è privo di illuminazione perchè il mare ha eroso 8 dei 9 pali alla base, facendoli ossidare e cadere; ne è rimasto uno solo, anch’esso pericolante. Una situazione drammatica, che non sembra preludio di una stagione turistica dignitosa.
«Certo. -conferma Vincenzo Toscano, titolare di un lido che quest’anno non aprirà per motivi burocratici- Io ho recuperato nei giorni scorsi un fusto d’olio esausto, fortunatamente ben sigillato, che ho portato per lo smaltimento, ma sulla spiaggia c’è davvero di tutto, perchè il fiume Agri esondando ha praticamente invaso tutti i campi coltivati del Montalbanese, trascinando con sè di tutto, compresi rifiuti tossici (veleni per agricoltura ndr), che sono stati scaricati in mare per poi tornare a terra con la mareggiata». Un’erosione talmente violenta, che ha fatto persino arretrare la foce dell’Agri, «l’acqua del mare -spiega ancora Toscano- è entrata nel canale dell’idrovora (la pompa di sollevamento per le acque piovane da scaricare nel fiume), rompendo tutto l’equilibrio idrografico della zona. Da non sottovalutare, infine, anche il problema per l’agricoltura, in quanto i pini fanno da barriera naturale alla salsedine, impedendole di arrivare sui campi coltivati; oggi questa tutela potrebbe già non esserci più».
L’unico lido che sarebbe pronto ad aprire i battenti e “La baia delle scimmie” di Antonio Cipolla, il più vicino alla foce dell’Agri; lui ha speso 1.400 euro di ruspa per ripulire l’arenile e montare gli ombrelloni. «Come al solito abbiamo messo in sicurezza il nostro lido, ma intorno c’è una situazione insostenibile, compresa la montagna di detriti che il Comune mi ha detto di ammassare nei pressi della strada; speriamo vengano a recuperarli, altrimenti dovrò spingerli nella pineta, mentre sulla spiaggia libera c’è ancora di tutto. Capisco che il Comune opera con risorse risicate, ma se l’unico punto di accesso al mare di Scanzano è questo, si dovrebbe fare di più che attrezzare i bagni pubblici al servizio della spiaggia libera». C’è anche il problema della messa in sicurezza della spiaggia, perchè non basta passare con le ruspe ma occorrerebbe pulire la sabbia in profondità per evitare che chi la percorre a piedi scalzi possa ferirsi.
«Per questo basterebbe installare delle passerelle. -propone Cipolla- Noi facciamo passare tutti nel nostro lido, ma quando vanno con l’ombrellone sulla spiaggia libera può succedere di tutto».
Una situazione drammatica che allontana questa parte di litorale da ogni speranza di fare un turismo di qualità.
a.corrado@luedi.it
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