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COSENZA – Da ieri mattina la Tac dell’Annunziata è andata in tilt. E non c’è altro modo per sottoporsi in ospedale ad una tomografia assiale perché l’altra Tac, quella nuova, è in attesa di collaudo e non è mai entrata in funzione.
Un disguido che segue quello, registrato qualche giorno fa, alla risonanza magnetica: mentre una macchina era in manutenzione, l’altra, secondo quanto denunciato pochi giorni fa dal consigliere regionale Carlo Guccione, veniva chiusa da Ispesl e Inail per gravi carenze strutturali e tecniche.
È la cronaca degli ordinari disagi vissuti dall’Azienda ospedaliera di Cosenza, che fa registrare – oltre al blackout delle macchine diagnostiche – anche quello del sistema di prenotazione e riscossione ticket. Non funziona da tre giorni e il problema, in questo caso, riguarda il server dell’Asp. Tuttavia sembra che dall’Annunziata nessuno abbia sollecitato per ora l’intervento della manutenzione.
Completa il quadro l’agitazione dei camici bianchi, pronti a manifestare pubblicamente dalla prossima settimana. Martedì saranno in piazza dei Bruzi, mentre nel frattempo il consigliere Massimo Bozzo ha convocato per domani pomeriggio una seduta della commissione Welfare. «Avevamo concesso al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Paolo Maria Gangemi una notevole apertura di credito, tant’è che uno dei primi atti della commissione sanità, non appena mi sono insediato alla sua guida, era stato nel dicembre dello scorso anno, proprio quello di ospitare l’avvocato Gangemi per esaminare la situazione di emergenza in cui versava, già da allora, il presidio ospedaliero di Cosenza. In quell’occasione – ricorda Bozzo – avevamo anche raccolto il suo grido d’allarme, ma dobbiamo amaramente constatare che col passare dei mesi nulla è cambiato; anzi la situazione si è ancor più aggravata se è vero come è vero che ad essere messi in pericolo sono gli stessi livelli di assistenza per i cittadini che vedono minata alle fondamenta la tutela del diritto alla salute. Tutto questo – dice ancora il presidente –impone una seria riflessione ed un coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali, nessuno escluso, perché non intervenire per risollevare le sorti di un ospedale pubblico e lasciare che vada alla deriva significa non garantire uno dei diritti insopprimibili della persona, costituzionalmente garantito. Questa vicenda non può passare sotto silenzio, ma deve essere affrontata con tempestività e senza ulteriore indugio».
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