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L’esercito dei “636”. C’è chi li ha beffeggiati, chi ha sperato di non veder più le loro facce facendo il countdown, chi ha cercato di ridicolizzarli. Quasi fossero un peso in questi trenta giorni. Molti potentini hanno vissuto così questa campagna elettorale. Di certo non favorendo il terzo tempo. Un po’ tutti con la penna rossa, sperando nell’errore o contando quante persone ci fossero agli eventi per rimarcarne il loro peso nella società. Eppure a metterci la faccia, scendendo in campo, è stata finalmente la nostra generazione. Tantissimi i volti giovani, da sinistra a destra passando per il centro. Chi in prima linea, chi dietro le quinte, chi a supporto. Molti con alle spalle già un’esperienza politica e amministrativa, altri con la semplice voglia di mettersi in gioco per la propria città.  

La loro è stata una campagna elettorale schietta e sincera. Ho visto figli seguire, passo passo, il proprio padre candidato sindaco quasi invertendo i ruoli familiari. Li ho visti credere in un sogno e battersi, in modo leale e nell’ombra per non eccedere in protagonismi. Ho visto giovani candidati consiglieri aprire le porte del proprio comitato ai propri rivali e, in loro onore, festeggiare con una torta. Ho visto comitati fatto di ragazzi e ragazze che si sono spesi senza chieder nulla in cambio, volontariamente. Ho letto dichiarazioni di stima e ammirazione, tanto sui social che sulla stampa, di giovani politici verso  candidati di  altri partiti. Ho letto i curricula di alcuni candidati e mi sono sorpresa di quanti  di loro siano ritornati a casa, dopo una carriera promettente fuori regione, per mettere le proprie competenze a servizio della nostra città. E molti di loro hanno già un lavoro. 

Più dei candidati sindaco, i migliori in questa campagna elettorale sono stati proprio loro e tutta Potenza ne dovrebbe andar fiera. Per il loro coraggio, la loro forza, la loro dedizione, il loro cuore. Hanno lasciato agli altri il posto di chi punta il dito, di chi si lamenta, per mettersi dalla parte di chi vuole concretamente dare un contributo. Non è facile di questi tempi chiedere un voto, ma soprattutto interessarsi di politica. Molti se ne saranno resi conto di persona chiedendo il voto per un amico o un parente. Vengono etichettati come untori, come portatori della peste bubbonica. Tutto questo non certo per colpa della nostra generazione che, anche qui, sta patendo le scellerate scelte del passato e sta cercando con non poche difficoltà di ricucire le ferite aperte. Non siamo noi quelli degli appalti truccati, delle tangenti, degli scontrini. Noi siamo gli ex studenti erasmus, siamo quelli che vengono dai circoli di partito (quando erano davvero scuola di formazione), noi siamo quelli che hanno visto i migliori rappresentati della legalità ammazzati brutalmente, siamo la generazione della comunicazione e del digitale, siamo la generazione sostenibile. 

Per questo mi auguro che il oggi i potentini si rechino in massa alle urne per premiare in particolare questi giovani e conferire loro il riscatto che meritano. Non perché rappresentanti di un partito o di un altro, ma perché sono le energie nuove con eccellenti qualitá professionali ed umane, sono le persone che hanno varcato i confini della nostra regione e sanno cosa significa innovare nella tradizione, sono la meglio gioventù di cui Potenza ha urgentemente bisogno. 

@lovatrenta 

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