Statale 99, opera incompleta Allarme Confcommercio sulle complanari mai realizzate

Il Prefetto se ne occuperà domani nel corso di una riunione a tema, ma il problema va avanti da anni senza che chi era titolato a farlo abbia mosso finora un dito. Solo qualche mese fa il titolare della concessionaria di auto Colucci annunciava di essere sull’orlo del fallimento perchè l’accesso alla sua azienda dalla statale 99, non era mai stato realizzato. Ora tocca a Confcommercio che in una nota scrive: «Nonostante l’apertura al traffico della strada statale 99 a 4 corsie ed il collaudo avvenuto nel corso dell’anno 2012, non è stata ancora realizzata la viabilità complanare, prevista dal progetto esecutivo redatto dal Comune di Matera, nel tratto compreso tra il Km 10+150 e l’innesto con la S.S. 99, in prossimità di Matera. Tale realizzazione – si legge ancora – si rende necessaria al fine di migliorare l’accesso a tutte le attività commerciali situate lungo il tratto di strada interessato che devono, attualmente, ancora utilizzare la viabilità di servizio che è stata consentita dall’inizio dei lavori di ammodernamento. Nonostante l’emanazione della delibera del consiglio regionale n. 233 del 23/12/2011 con cui la Regione Basilicata si è impegnata a recuperare le risorse economiche necessarie per contribuire, unitamente alla disponibilità già dichiarata dall’Anas, a creare un unico appalto per l’esecuzione dei lavori, alla data attuale, le risorse suddette non risultano ancora disponibili con conseguente penalizzazione di tutte le imprese commerciali situate sull’area suddetta. Infatti, la viabilità di servizio oltre a limitare fortemente la visibilità delle attività commerciali – aggiunge Confcommercio – non consente un comodo accesso diminuendo notevolmente le visite dei clienti e, di conseguenza, riducendo il fatturato delle imprese interessate. Se non si interviene celermente si rischia di alimentare la chiusura delle attività commerciali insistenti su quest’area che risulta particolarmente vocata al commercio e, pertanto, di penalizzare il rilancio produttivo della città in un periodo già abbastanza segnato dalla crisi».

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