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POTENZA – «I contrasti sono superati o in fase di superamento. Non ce ne sono contrasti sostanziali».
E’ quanto ha affermato ieri a Potenza il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti sui rapporti con la procura di Matera e gli attentati nel metapontino.
In mattinata Roberti aveva incontrato il procuratore del capoluogo Luigi Gay e i due sostituti della direzione distrettuale antimafia lucana: Laura Triassi e Francesco Basentini. Con loro al quarto piano del Palazzo di giustizia c’erano anche i vertici provinciali di carabinieri, finanza, forestale e polizia.
«E’ stato un incontro molto interessante e proficuo». Ha dichiarato all’uscita prima di recarsi a pranzo con i colleghi magistrati in un noto ristorante del centro storico. «Abbiamo fatto il punto delle indagini in corso. Abbiamo verificato che il coordinamento procede bene. Abbiamo focalizzato quelli che devono essere gli strumenti e anche gli obiettivi delle prossime attività investigative».
Il capo dell’antimafia, un tempo di casa proprio a Potenza, non si è sottratto a una domanda sui rapporti tra la procura di Matera e i colleghi dell’Antimafia, a livello nazione e distrettuale. Un tema annoso evidenziato nelle ultime relazioni della Dna, che ad aprile è finito al centro della visita della commissione bicamerale antimafia nella città dei Sassi.
Roberti ha accennato a una ricomposizione, smorzando di fatto la polemica, ma nel merito ha chiarito un punto di vista in maniera decisa.
«Gli attentati del metapontino interessano a livello di conoscenza, per lo meno, la Dda. Se poi dallo sviluppo investigativo dovesse emergere, come io personalmente prefiguro, una competenza della procura distrettuale se ne occuperà la procura distrettuale».
In altri termini, lo scambio di informazioni tra inquirenti materani e potentini è ineludibile. Ma la scelta di attrarre nel capoluogo i fascicoli sui singoli episodi incendiari ai danni di aziende e operatori commerciali dell’area può essere rinviata a un secondo momento. Per rispetto alle competenze della procura della città dei Sassi. Quando i sospetti sulla presenza della mano dei clan avranno avuto i riscontri necessari. Lui ne è convinto, ma perché la macchina funzioni a dovere c’è bisogno che anche a Matera ne prendano atto.
l.amato@luedi.it
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