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REGGIO CALABRIA – I sub della Marina militare del Comsubin di La Spezia recuperano 121 panetti di tritolo da 200 grammi ciascuno dalla stiva del mercantile Laura C, affondato durante la seconda guerra mondiale al largo di Saline Ioniche, 21 maggio 2014. L’operazione, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, è proseguita per alcuni giorni e non è ancora finita: si andrà avanti per recuperare tutto il possibile poi si cementerà il relitto per impedire l’accesso.
Le operazioni di recupero, delicatissime sia tecnicamente che dal punto di vista giudiziario, si sono svolte con il coordinamento del capo della procura antimafia di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho. I militari sono stati impegnati per tirar fuori l’esplosivo, che poi è stato preso in carico e sequestrato dalla squadra mobile.
Al centro dei panetti recuperati c’è un foro per un eventuale innesco. In passato il tritolo è stato prelevato ed usato da esponenti delle cosche reggine.
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Della presenza del tritolo all’interno della nave si ha notizia sin dal 1995. In base ai registri la nave trasportava stoffe, liquori e macchine utensili, ma una serie di sopralluoghi compiuti dai sub della marina e della polizia a metà degli anni ‘90 portarono alla scoperta del tritolo che le voci dell’epoca quantificarono in 700 tonnellate.
Nel corso degli anni gli investigatori hanno accertato che la nave era diventata un deposito a disposizione delle cosche della ‘ndrangheta. L’indagine a cui collaborarono, si disse all’epoca, anche i servizi segreti, definita “Bumma” portò all’arresto di una serie di personaggi legati al clan Iamonte di Melito Porto Salvo. Successivamente, per evitare prelievi, la nave fu piombata dai militari e resa inaccessibile. Tuttavia, anche recentemente, partite di tritolo, presumibilmente dello stesso tipo di quello contenuto nella “Laura C” sono state sequestrate dalle forze dell’ordine in varie zone del Reggino.
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