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STIGLIANO – «Non so cosa sia successo davvero quella sera, io e la mia famiglia eravamo in salotto, intorno alle 19 abbiamo sentito dei rumori provenire dal bagno. Era come se qualcuno stesse gettando con forza piatti sul pavimento. Ci siamo spaventati; mio padre si è diretto subito in quel punto della casa, e quando ha aperto la porta ha capito cosa stava accadendo. Le piastrelle della doccia si staccavano dalla parete e cadevano rovinosamente a terra, una grossa crepa piano piano si faceva strada e nel giro di un’ora ha raggiunto ogni punto della nostra casa. La terra si stava muovendo».

Questa è la testimonianza di Antonella Valentino, la ragazza che lo scorso 20 aprile, su ordinanza del sindaco di Stigliano, Antonio Barisano, è stata costretta insieme alla sua famiglia a lasciare la sua abitazione. Oggi la frana è ancora lì, incombente su tutta quell’area e lei, come altri, vive la condizione di sfollata.

Erano le 20 della sera di Pasqua, quando i rumori si erano fatti più insistenti le lesioni sul soffitto iniziavano a far temere il peggio, aumentavano e si ingrandivano con il passare del tempo. Prima di lasciare autonomamente la propria casa, la famiglia Valentino è riuscita ad allertare i carabinieri che. giunti sul posto. hanno capito presto la gravità della situazione, e sono partite così le successive telefonate, all’amministrazione comunale prima, vigili urbani e vigili del fuoco poi. «Circa un mese prima delle lesioni che hanno colpito casa -continua Antonella- abbiamo notato delle infiltrazioni d’acqua provenienti da un muretto adiacente il portone di casa; siamo stati costretti ad avvertire l’Acquedotto Lucano e, nel giro di pochi giorni, i tecnici sono arrivati a monitorare la situazione effettuando controlli; tuttavia non c’è stato alcun cambiamento, la situazione è rimasta invariata. La nostra abitazione è collocata in una zona conosciuta al Comune come A1, cioè altamente esposta a movimenti franosi, ma questo non vuol dire che sia stata davvero una frana a colpirci».

A testimoniare quest’ultima dichiarazione, ad oggi, ci sono ben poche prove, e la famiglia Valentino, come tutti i residenti di vico Storto Magenta, ossia Angela Sinisgallo, Carmela Rasulo e Saverio Romano, cercano ancora di capire la verità.

Parlare di frana sarebbe troppo facile, viste e considerate le attuali condizioni in cui versa il paese, dove il conteggio degli smottamenti si è ormai perduto da giorni; però facendo particolare attenzione agli indizi raccolti, la soluzione non è poi così tanto lontana. Infatti, la signora Maddalena Colangelo, mamma di Antonella, nei due giorni precedenti alla rovinosa situazione che si è creata nella sua casa, avevo notato un’anomalia dei serbatoi dell’acqua, con un inaspettato abbassamento della pressione.

Altra situazione degna di nota si era creata intorno alle 22 del 20 aprile. Infatti, quando i Vigili urbani giunsero sul luogo per transennarlo e salvaguardare l’incolumità non solo dei vicini ma anche dei curiosi, i tecnici dell’acquedotto poco dopo interruppero la fornitura di acqua nei luoghi interessati, e con quella interruzione cessarono i movimenti franosi e le crepe che ormai si erano diramate all’esterno delle abitazioni. 

Per concludere, due giorni dopo lo sgombero, quindi il 22 aprile, come spesso avviene in caso di frane, furono installati dei vetri sottilissimi in ogni appartamento. I vetri in questione non hanno subìto alcuna variazione e, nonostante le piogge degli ultimi giorni, sono ancora lì al loro posto. Se è vero che tre indizi fanno una prova, allora sicuramente la causa di questa storia è da attribuire all’acqua. Sì, ma forse non quella piovana. Tutto da verificare, i tecnici sono già al lavoro.

«La situazione oggi è sempre la stessa –confessa Antonella– dopo quasi un mese senza casa non sappiamo ancora nulla, l’unica certezza è che in casa non possiamo più entrare; l’ultima volta che lo abbiamo fatto è stata il 21 aprile alle 8 del mattino, solo per prendere le ultime cose». L’ordinanza di sgombero cautelativo, emanata dal sindaco, ha spinto la famiglia Valentino a cercare una soluzione più consona alla propria situazione. Il sindaco ha sollecitato più volte l’Acquedotto per effettuare dei sopralluoghi, ma al momento tali richieste non hanno trovato ancora un riscontro.

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