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VAL D’AGRI – L’accordo sul gas gratis ai dieci comuni dell’Alta Val d’Agri «sarebbe chiuso», ma è «anche vero che da tempo non viene convocata una conferenza dove i sindaci vengono informati ufficialmente dello stato di fatto».
Il sindaco di Sarconi, Cesare Marte vuole vederci chiaro sulla vicenda e lancia l’allarme sul fatto che i «tempi stringono e tutto sembrerebbe andare inspiegabilmente in una direzione diversa da quella che amministrazioni e cittadini del cratere petrolifero speravano».
«Si stanno definendo – dice – gli ultimi dettagli», ma poi allerta «almeno questo ci viene raccontato». «L’amministrazione di Viggiano – continua il sindaco – ci ha rassicurati che prima della fine del mandato avremo tutte le autorizzazioni che consentiranno il rispetto dell’accordo nei termini e nei modi già annunciati dallo stesso Comune capofila».
Eppure, per l’amministratore i dubbi permangono perché «da tempo non viene convocata alcuna conferenza in cui i sindaci vengono informati ufficialmente dello stato di fatto».
«C’è una delibera – continua Marte – di giunta regionale di settembre scorso, dell’allora presidente De Filippo che ha sancito l’accordo tra le compagnie petrolifere (Shell-Eni) e il Comune di Viggiano, delegato dai Comuni di Marsico Nuovo, Marsicovetere, Paterno, Tramutola, Sarconi, Montemurro, Moliterno, Grumento Nova, e Spinoso; inoltre, a Febbraio scorso, in occasione del tavolo della trasparenza, tutte le parti firmatarie dell’accordo, hanno ribadito l’impegno a voler portare avanti l’iniziativa. In quella sede, sono emersi ostacoli difficili da superare, tanto che da allora ci sono stati altri tavoli in cui la Regione è stata sempre presente. In apparenza quindi, non sembrerebbe, che ci siano stati dei ripensamenti». Ma il “ma” è d’obbligo per il sindaco Marte che accusa «questo ritardo è sotto gli occhi di tutti noi e – quindi – solleva: «se entro la prossima settimana, ultima data utile per l’attuale amministrazione di Viggiano, i comuni deleganti non dovessero essere convocati dal comune capofila, significa che qualcosa, ancora una volta, non ha funzionato». L’aggravante, in questo caso, per il rimo cittadino sarebbe che ancora una volta «gli impegni non sono stati presi ed elusi in stanze segrete, ma assunti, attraverso ripetuti annunci mediatici, con tutta la popolazione valligiana, la quale popolazione, immagino, farà le opportune considerazioni».
«Non riesco ad immaginare chi e perché – prosegue Marte – potrebbe scoraggiare una iniziativa legittima da parte del comune di Viggiano e utile per le comunità limitrofe al Centro Olio Val d’Agri. Le quantità di gas previste dall’accordo in Val d’Agri rappresentano solo una minima parte, rispetto al totale riconosciuto allo stesso comune di Viggiano e non vanno ad interessare neanche marginalmente le quote ancora più significative, che spettano all’ente regione. Inoltre, è il comune di Viggiano che si farebbe direttamente carico del «riconoscimento» delle quote gas alla restante comunità valligiana, così come è il Comune di Viggiano, con risorse proprie, ad organizzare una tappa del giro d’Italia di ciclismo».
Altrimenti, insinua «bisogna mestamente ammettere che le istanze fatte dalle comunità della valle godono di scarsa considerazione ai tavoli decisionali, tanto che, ancora oggi, siamo incapaci a far comprendere che il disagio legato alla prossimità al bacino estrattivo, meriterebbe un altro tipo di attenzione».
«Io, come gli altri sindaci firmatari – aggiunge – della convenzione, abbiamo già avuto modo di incontrare il presidente Pittella, che, avendo trascorsi anche da primo cittadino, può capire bene la difficoltà a cui andremmo incontro se questo percorso sull’accordo del gas, già annunciato, non dovesse giungere a buon fine. Le amministrazioni locali, sono state chiare, già con il governatore De Filippo, avevano fatto richieste precise e chiedevano risposte per le comunità in termini di Sicurezza Ambientale e Salute oltre che di programmazione in funzione dell’occupazione, ad oggi, non hanno avuto ancora nessun segnale concreto. Bene la visibilità di un giorno legata ad eventi mediatici come il Giro d’Italia, ma le popolazioni vogliono altri tipi di risposte. L’ennesima delusione – chiosa – non potrebbe che allargare la forbice di sfiducia che già esiste tra la gente e i vari livelli della politica».
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