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CUTRO (KR) – Una bottiglia incendiaria con del liquido infiammabile, è stata messa accesa ieri notte davanti alla porta di casa dell’imprenditore Michele Gentile a Cutro. Si tratta dello stesso imprenditore che nei giorni scorsi aveva denunciato un tentativo di estorsione che aveva portato all’arresto da parte dei carabinieri di Salvatore Ciampà, di 26 anni. Ad accorgersi delle fiamme una pattuglia di carabinieri della stazione di Cutro, che proprio a seguito della denuncia, tenevano sott’occhio la zona. I militari, passando da contrada Scarazze, si sono accorti delle fiamme ed hanno spostato loro stessi la bottiglia, buttandola da un’altra parte. Questo intervento dei carabinieri ha prodotto l’auto estinzione delle fiamme. Hanno, poi, avvisato l’imprenditore che non si era accorto di nulla. L’intervento immediato dei militari, dunque, ha evitato che il fuoco si potesse propagare e provocare ulteriori danni, anche per le esalazioni da fumo.
Le fiamme, infatti, hanno annerito solo il portone ma non sono riuscite, fortunatamente, a penetrare all’interno dello stabile. La circostanza che le fiamme erano appena iniziate e i frequenti passaggi dei carabinieri lasciano ipotizzare che per poco i carabinieri hanno rischiato di sorprendere l’autore dell’episodio sul fatto. Gli stessi investigatori, attribuiscono questo episodio di chiara matrice intimidatoria, con la denuncia che lo stesso Gentile aveva fatto proprio ai carabinieri per il tentativo di estorsione subito. Aveva raccontato, l’imprenditore, di aver ricevuto la visita di Ciampà che gli avrebbe detto: «Stiamo facendo il giro di tutti i capannoni e vi dovete mettere a posto. Mi devi dare mille euro al mese». Gentile, però, non ha ceduto al ricatto e, come gli aveva anticipato chi lo era andato a chiedere il pizzo, sono seguiti una serie di ritorsioni. Dopo tre mesi dalla richiesta, infatti, ci fu il rinvenimento di una chiave rotta nella serratura del lucchetto del proprio magazzino. L’imprenditore ha denunciato il tentativo estorsivo e Ciampà è stato arrestato; il gip, nella sua ordinanza, attribuisce all’azione del ventiseienne la «metodologie e terminologie paramafiose».
Da non trascurare, poi, il fatto che l’arrestato è nipote di Gaetano Ciampà, ritenuto un elemento di spicco della criminalità organizzata locale. Tornando all’episodio della scorsa notte, l’imprenditore Gentile è molto provato per l’accaduto. Ieri, però, ha ricevuto la visita del sindaco di Cutro, Salvatore Migale, e di una delegazione della giunta, formata dagli assessori Squillace, Lorenzano e Galdy, che hanno inteso non lasciare solo l’imprenditore in questo difficile momento. «Siamo vicini ha detto il sindaco Migale – alla famiglia Gentile e sosteniamo la sua scelta di stare dalla parte della legalità e del progresso».
Esprime, poi, apprezzamento per Michele Gentile «cittadino onesto e laborioso, dedito al lavoro e alla famiglia» ma anche «all’Arma dei carabinieri per l’azione di tutela verso la famiglia Gentile e tutta la nostra comunità. L’amministrazione comunale intende sostenere l’azione delle Forze dell’Ordine e dei cittadini che si ribellano ai soprusi e alle vessazioni della criminalità organizzata e ad ogni tipo di violenza portata avanti con metodi mafiosi». Inoltre, è stata annunciata l’organizzazione, da parte dell’amministrazione comunale cutrese, di «un’iniziativa pubblica al fine di scongiurare questi atti di violenza e di sopraffazione nei confronti dei cittadini che lavorano onestamente».

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