CATANZARO – La via di fuga si chiama Campania. Il “tal quale” va oltre il Pollino, attraversa la Basilicata e si ferma negli impianti della provincia campana (Benevento, Salerno, Avellino). Il patto, come anticipato nelle scorse settimane dal Quotidiano, è siglato: dalle 330 alle 500 tonnellate al giorno di spazzatura calabrese saranno trattati dagli Stir (Stabilimenti di Tritovagliatura ed Imballaggio). Il presidente della giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro restituisce la “cortesia” fatta nel 2010 dalla Calabria, quando l’immondizia era un fiume in piena lungo le strade del capoluogo partenopeo; in quella circostanza l’impianto di Crotone aprì le sue porte e ingoiò qualche tonnellata di rifiuti solidi urbani. Ma non è tutto, il piano contro l’emergenza è più ampio: dalle 12 di ieri infatti la Calabria ha una nuova ordinanza speciale. A firmare l’atto è stata la vicepresidente della giunta regionale, Antonella Stasi. Il nuovo provvedimento non è uguale a quello emesso dal governatore Scopelliti circa un anno fa, ovvero non si seppellisce il “tal quale” in una discarica, come è accaduto per Pianopoli, almeno fino a quando non parte la nuova organizzazione (un punto, il quarto nell’ordinanza fa riferimento comunque, in caso di necessità, allo scarico del “tal quale” in discarica).
L’ordinanza, come aveva pure anticipato l’assessore regionale all’Ambiente, Franco Pugliano è ben più ampia e prevede l’apertura in deroga dell’impianto di Sambatello, a Reggio Calabria; l’aumento del conferimento, in quattro impianti pubblici già utilizzati; il ricorso a strutture private in corso di individuazione, anche attraverso l’utilizzo di piccoli impianti mobili da posizionare dopo un’attenta valutazione ambientale. Tutto questo servirà per smaltire le 1200 tonnellate al giorno in eccedenza, ovvero quelle che non riescono ad essere trattate dagli impianti calabresi. Sono questi appunto i contenuti dell’ordinanza, firmata dalla vicepresidente, Antonella Stasi che si è recata ieri a Palazzo Alemanni, sede della giunta regionale e, dopo aver preso atto del provvedimento studiato dal dipartimento all’ Ambiente, lo ha firmato. Questa ordinanza in pratica sostituisce quello di Scopelliti che scadrà il prossimo 10 maggio, durata un anno.
A questo si aggiunge l’intesa con la Campania: un accordo che prevede per un lasso di tempo (un anno circa), l’utilizzo di impianti i cosidetti Stir (quel che esce dovrebbe poi andare nei termovalorizzatori) che sono nei tre capoluoghi di provincia campani, ad oggi sottostimati per la quantità di spazzatura che vi arriva. Il prezzo che paga la Calabria alla Campania è di 156 euro a tonnellata, se si pensa che per portare la spazzatura in Puglia il commissario ne sborsava 180 a tonnellata, a cui si aggiungevano altri 130 per lo smaltimento degli scarti, si capisce che la spesa non è eccessiva, anche se questa è comunque una fase di crisi. Già perchè prima di mettere a regime il sistema e avere la filiera completa del rifiuto ne passerà di tempo, basti solo pensare che vanno rifatti gli impianti di Tmb (trattamento meccanico biologico).
Tutto ciò serve in pratica a smaltire «Questa è la nostra soluzione tampone ad un’emergenza che potrebbe di nuovo riempire le strade di immondizia – dice l’assessore regionale allAmbiente, Franco Pugliano – siamo grati alla Campania per la disponibilità». Anche l’assessore regionale campano, Gianni Romano non ha dubbi, anzi il provvedimento in fondo rende “produttivi” impianti che non lavorano a pieno regime. Intanto le aziende che lavorano agli impianti si stanno organizzando per implementare il trituraggio. Inoltre, una volta aperto Sambatello (che è nel reggino), grazie alla certificazione antincendio e nelle more della procedura per l’autorizzazione definitiva (che non c’è da undici anni), sarà possibile smaltire altre 300 tonnellate al giorno. E infine è previsto l’aumento del 50% della quantità di rifiuti trattati attualmente negli impianti di Crotone, Siderno, Gioia Tauro e Lamezia. Questo significa un turno di lavoro in più per i dipendenti.