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E’ un intervento di grande portata quello di Matera 90. Un intero quartiere nuovo nell’area Sud della città ma “secondo le norme ed i permessi ed nel segno di quanto concepito dallo stesso Nigro nel piano regolatore del 1999” ha spiegato il progettista Daniele Tagliente ieri presso la Confapi dove sono stati illustrati i dettagli del progetto che ha passato la conferenza di servizi nel novembre scorso, è stato licenziato dalla commissione urbanistica del Comune da qualche settimana ed attende ora solo l’approdo in Consiglio comunale. Tagliente ha voluto sottolineare la strada e gli obiettivi che il progetto si pone ribadendo nei fatti ad una serie di accuse che vengono fatte dall’allungamento della città alle opere di urbanizzazioni, ad un intervento esclusivamente e soprattutto fatto in termini edificatori. Chiarimenti che di certo contribuiscono a tenere aperto il dibattito sulla questione che rimarrà, questo è chiaro, dibattuta ma che si arricchisce di un importante punto di vista.

Nei numeri il segno di un progetto all’avanguardia con oltre 50 ettari complessivi di cui i due terzi destinati ad area verde “lasciata alla naturale evoluzione”. Prevista anche la costruzione di 96 alloggi sociali in affitto con riscatto, 116 alloggi privati, 72 case popolari, un’area commerciale con una serie di strutture ricettive. Un albergo ed alcune strutture che andranno di fatto a completare, grazie anche ad una sorta di protocollo d’intesa con la Asm i servizi che l’Ospedale riuscirà a garantire.

La realizzazione dal momento della conclusione dell’iter procedurale (il prossimo passaggio in Consiglio atteso ancora invano precede deduzioni, controdeduzioni ed un ultimo e secondo visto consiliare) non appare affatto breve ed è stato stimato in 7 anni per il completamento totale e in 22 mesi per quanto riguarda l’housing sociale a cui il progettista ha sottolineato si metterà mano per prima cosa così come per prima cosa verranno fatte le opere di urbanizzazione senza correre il rischio dunque di doverle lasciare a metà come successo in altre parti della città.

Il costo previsto è di 5 milioni per le infrastrutture, 10 per l’housing sociale e 50 per tutto quanto il resto.  Dati, numeri ed indicazioni che Tagliente, affiancato dal presidente di Confapi Enzo Acito e dal direttore Pasquale Latorre ha snocciolato in quasi 90 minuti di conferenza stampa. Il messaggio più complessivo che è stato lanciato va in questa direzione: «non è stato fatto assolutamente nulla di nuovo. Non abbiamo avuto alcuna idea» ha spiegato Tagliente, «ma semplicemente ripreso ciò che era contenuto nel piano reglatore Nigro approvato nel 1999 dal Consiglio comunale e stralciato per quanto riguardava contrada San Francesco in attesa di verificare quelli che potevano essere i servizi utili per l’Ospedale. C’era già un programma del Comune sulla stessa area nel 1985 per il quale potevano essere sufficienti molti meno pareri ed un iter molto diverso rispetto a quello che stiamo seguendo e che ha ottenuto tutte le possibili autorizzazioni.

Nel 1999 l’ambito era stato stralciato ma quell’intervento era già previsto, c’è inoltre una strada di collegamento dalla rotonda di Scatolino fino ad Agna le Piane, fondamentale anche per facilitare l’uscita dalla parte Sud della città evitando il centro. Un intervento atteso da molto tempo e che veniva già suggerito. Allora c’era stato uno stop che oggi non ha più motivo di esistere.

Tra l’altro la città non si allunga, al massimo si ispessisce ma con trasporti che non faranno un chilometro in più e una rete fognaria già esistente».

L’attesa ora, come chiesto da Confapi, è per la scelta dell’Amministrazione e l’approdo eventuale in Consiglio comunale. Il rischio concreto è che la bagarre urbanistica contribuisca a frenare tutto. Mentre a prevalere dovrebbe essere comunque l’indirizzo politico. Matera 90 attende. Il progetto per la sua complessità non può permettersi arretramenti e continuerà ancora a far discutere.

p.quarto@luedi.it

 

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