LAMEZIA TERME – Un noto commercialista è stato,arrestato dai finanzieri di Lamezia Terme. Deve rispondere dell’accusa di peculato per due milioni e mezzo di euro e altri reati tributari. In manette è finito Raffaele Mazzei, molto noto in città anche per il suo impegno politico. Mazzei, infatti, è consigliere comunale in carica. In questa legislatura ha ricoperto il ruolo di capogruppo consiliare con il Pdl prima e il Nuovo centro destra poi. Poco tempo fa il passaggio tra le fila dell’Udc. Nel 2002 Mazzei ha ricoperto anche la carica di vicesindaco nell’amministrazione guidata da Scaramuzzino e poi sciolta per infiltrazioni mafiose
Nel corso dell’operazione di oggi della guardia di finanza è stato eseguito anche un sequestro di beni.
L’arresto è stato eseguito nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla guardia di finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme sulla gestione della liquidazione di una cooperativa edile, la «Capanelle 2000». Dalle indagini sarebbero emerse alcune irregolarità compiute da Mazzei che tra il 2008 ed il 2012 è stato commissario liquidatore della società.
Mazzei, evidenziano gli investigatori, era il “commissario governativo” di una cooperativa edilizia in liquidazione coatta e con sede a Roma. Ed è su questo ruolo che si sono concentrate le indagini delle Fiamme gialle. Il Ministero dello sviluppo economico aveva conferito a Mazzei il ruolo di sciogliere la cooperativa edilizia salvaguardando il patrimonio che doveva essere restituito ai soci. Invece, grazie alle indagini coordinate dalla Procura, è stato possibile accertare che lo stesso Mazzei avrebbe sottratto diverse somme, per un totale pari a 2.485.945 euro, prosciugando quasi completamente il patrimonio.
Un reato compiuto, tra l’altro, nella veste di pubblico ufficiale, che non ha esitato a compiere anche una serie di reati tributari per via di fatture truccate e dichiarazioni fiscali non regolari. Il commercialista lametino, secondo le indagini, avrebbe emesso svariate fatture grazie a società a lui riconducibili, aggiungendo diverse spese alberghiere, di ristorazione e di viaggio non legate all’incarico. Quindi, avrebbe assunto personale con varie mansioni, di fatto senza utilizzarlo adeguatamente, impiegando persone già legate da un rapporto di lavoro con società riconducibili sempre allo stesso Mazzei.
Nelle carte spulciate dalla guardia di finanza sono emerse anche diverse locazioni immobiliari artificiose oltre a spese di consulenze professionali. Nel corso dell’attività di inchiesta è emersa la responsabilità anche di un secondo soggetto che avrebbe emesso fatture inesistenti, almeno in parte, con importi ingenti. Per questo,è stato disposto anche il sequestro di beni nei confronti sia di Mazzei che della seconda persona coinvolta, pari a 110.897 euro nei confronti del commercialista e 43.474 euro nei confronti della seconda persona indagata.