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Raramente s’era visto un sottosegretario dell’Interno usare parole così dure per censurare il comportamento della polizia. E’ successo con Filippo Bubbico, vice del ministro Angelino Alfano, all’indomani dei violenti scontri che hanno caratterizzato, sabato scorso, la manifestazione degli antagonisti a Roma. Nell’intervista rilasciata a un giornalista di Repubblica, Bubbico definisce “terribile” il comportamento di un poliziotto (accusato di aver preso a calci e manganellate una ragazza inerme) e afferma che, “una volta accertati i fatti”, saranno presi provvedimenti “determinati e rigorosi”. Espressioni tanto più dure se confrontate con quelle del titolare del Ministero, il quale si è invece congratulato “per l’eccellente lavoro svolto da uomini e donne impegnati per assicurare lo svolgimento della manifestazione”. Ma chi si aspettava che, da parte del mondo cosiddetto antagonista, giungessero parole di apprezzamento per la censura del viceministro s’è sbagliato. Come dimostra il dibattito scatenatosi sui social network: “un dibattito – ci spiega Ugo Maria Tassinari – che ha coinvolto personaggi noti del nuovo e vecchio estremismo italiano e che man mano che è andato avanti ha assunto, per me che mi occupo di questo mondo da anni, caratteristiche sempre più singolari. Ne deduco che i mondi della estrema destra e dell’estrema sinistra tendono di nuovo a radicalizzarsi, irrigidendosi, per un riflesso condizionato, su posizioni che si richiamano gli anni Settanta. La ragione? Che l’opposizione vera in Italia, oggi, passa quasi esclusivamente per il Movimento di Grillo, e che i vecchi estremismi si sentono sempre più spiazzati”.
Tassinari sa di cosa parla. E’ uno dei maggiori esperti di terrorismo in Italia. Napoletano residente a Potenza, militante dell’Autonomia operaia negli anni 70, oggi giornalista, Tassinari ha dedicato questi ultimi tre decenni alla ricostruzione dell’universo estremista: nel tentativo eroico di definirne confini e percorsi, di individuarne protagonisti e comprimari, di percorrerne le ideologie. S’è occupato, in particolare, di quella galassia – fluida e in larga parte sconosciuta – nella quale hanno orbitato gruppi e movimenti di ispirazione, diciamo così, neo-fascista: mondi spesso diversissimi, anche antropologicamente, tra loro; ognuno dei quali con una propria storia, una propria cultura, perfino una propria peculiare morale. Di questa galassia Tassinari ha scritto in saggi e libri (il più noto dei quali ha per titolo Fascisterie); e in un blog, Fascinazione, frequentato da un milione di visitatori prima che il giornalista ne decretasse la chiusura. Il suo nuovo blog, L’Alter-Ugo, è stato citato sabato scorso, sul Foglio, da Massimo Bordin come fonte “preziosa” di documentazione sulle vicende giudiziarie legate al terrorismo italiano. E proprio questo blog, nei giorni scorsi, è stato il tramite dell’aspra polemica, poi dilagata sulla pagina facebook di Tassinari, alla quale hanno preso parte anche vecchi esponenti del terrorismo rosso e nero. La polemica, come si diceva, è stata innescata dall’aggressione poliziesca subita da una ragazza durante la manifestazione di Roma; e prima ancora, dalle immagini, che hanno fatto il giro di tutti i media, in cui si vede l’agente infierire sulla ragazza inerme e rannicchiata a terra, in un estremo tentativo di difesa, mentre un compagno cerca di farle da scudo con il proprio corpo. A far da detonatore alla polemica è stata, però, l’intervista, apparsa su Repubblica, al sottosegretario agli Interni Filippo Bubbico: intervista nella quale il rappresentante del Governo si dice “indignato” e aggiunge che episodi di tal genere “non appartengono allo Stato democratico e alla società civile e non devono essere mai consentiti”.
Ma non è questa la sola ragione per cui il nome di Bubbico, in questi giorni, è d’attualità. Ed è proprio Tassinari a farlo notare. Per una singolare coincidenza, infatti, proprio nelle ore in cui sul blog del giornalista impazzano i commenti sull’intervista del sottosegretario, nel Materano si riaffaccia l’emergenza criminale. Già manifestatosi, in forme preoccupanti, una ventina d’anni fa a Montescaglioso, il rischio di una recrudescenza mafiosa ha ripreso corpo negli ultimi giorni, con attentati incendiari ai danni di imprenditori e titolari di locali. E fu proprio l’attuale viceministro degli Interni, allora sindaco di Montescaglioso, a denunciare, in Consiglio comunale, la gravità di un fenomeno che rischiava di essere sottovalutato alla Commissione antimafia. Commissione antimafia che, guidata da Rosy Bindi, è stata l’altro giorno a Matera.
Tassinari, ci dica prima una cosa. Perché secondo lei Bubbico ha voluto assumere una posizione così dura su questa vicenda? Non mi sembra che il resto del Governo lo abbia molto appoggiato.
“Macché, anzi. Alfano ha rinvendicato la giustezza della linea dura da parte dei poliziotti. E Renzi s’è stato zitto”.
E allora?
“Ci sono ragioni di politica interna al Pd. Bubbico, che non fa parte del gruppo renziano, ha voluto parlare ai suoi, dare un messaggio di sinistra. E, nello stesso tempo, ricordare a Renzi che anche nel Governo ci sono diverse anime del Pd. L’intervista, secondo me, è un piccolo affondo nell’ordinario lavoro ai fianchi al quale viene sottoposto il segretario-premier da parte della minoranza del partito”.
Veniamo al dibattito sul suo blog e su Facebook. Che cosa è successo?
“E’ successo che l’intervista a Bubbico è stata una paradossale occasione di riacutizzazione dello scontro, verbale beninteso, tra l’estrema destra e l’estrema sinistra. Con effetti singolari, soprattutto a destra. Quella moderata difende a spada tratta la polizia contro i rossi, e giustifica la violenza degli agenti. La destra radicale, invece, sbeffeggia i compagni che si lamentano per il comportamento della polizia. Ma come?, dicono, cercate lo scontro in piazza e poi piagnucolate? Una posizione un po’ provocatoria”.
Perché?
“Perché un conto è usare, da parte della polizia, metodi violenti in un vero scontro di piazza. Un altro è aggredire una ragazza inerme. Qui non c’è niente di eroico. O di virile. Non c’entrano niente la mistica guerra e tutta la mitologia cavalleresca che appartiene all’immaginario della destra feudale, evoliana… D’altra parte che quell’agente non fosse un eroe è dimostrato dal modo in cui si è giustificato. Avevo scambiato la ragazza per uno zaino…Ma andiamo”.
E la sinistra?
“Attacca Bubbico per ragioni opposte. Dice che è un ipocrita. Ti cito soltanto Alessandro Gilioli, il redattore capo dell’Espresso, vicino alla lista Tsipras, sinistra ultra snob, che se la prende, da un lato, con la brutalità della polizia, dall’altra con l’intervista di Bubbico. Dice che il sottosegretario è un ipocrita e parla così soltanto per coprire le responsabilità del suo ministero”.
Ma la novità qual è?
“Il fatto è che io, da anni, ospito sul mio blog e sulla mia pagina facebook interventi di estrema destra ed estrema sinistra sui più svariati argomenti. E le posizioni dell’una e dell’altra non sono mai monolitiche. Per dire: sulla crisi russa, i neofascisti sono spaccati. C’è chi parteggia per il nazista che ha conquistato il potere e chi per il muscolare Putin. E lo stesso vale dall’altra parte. Ma noto che, da qualche tempo, c’è il ritorno a una contrapposizione in forme da anni 70. E questa vicenda del poliziotto ne è la conferma”.
E la ragione qual è?
“Che oramai il pallino di tutte le polemiche politiche passa per i Cinque Stelle. Sono loro l’anti-Stato. Da una parte ci sono i grillini, dall’altra il resto del sistema politico. Basta vedere quello che successo negli ultimi giorni: dallo scontro sulla legge sul voto di scambio alla questione della parodia di Levi”.
Sui fatti di Roma e sull’intervista di Bubbico i grillini non hanno detto niente…
“Una prova del fatto che badano al sodo, che fanno lotta politica vera”.
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