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VIBO VALENTIA – IL procuratore di Catanzaro oppone il segreto alle domande della Commissione parlamentare antimafia. Nuove indiscrezione trapelano sul caso che riguarda una società “controllata” da Rtl (LEGGI LA NOTIZIA). Il capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, non ha inteso rispondere alle domande rivoltegli dalla Commissione antimafia – in visita a Vibo nei giorni scorsi – circa l’inchiesta che toccherebbe di striscio l’emittente radiofonica più ascoltata d’Italia. Il magistrato inquirente, secondo indiscrezioni trapelate, pare abbia opposto il segreto, al quesito posto al riguardo dalla presidente Rosy Bindi. 

L’esponente del Pd, avrebbe quindi evitato di entrare in “conflitto” con il procuratore di Catanzaro, pur rimanendo contrariata, rimandando la discussione sul punto alla successiva riunione della commissione in Calabria, che dovrebbe avvenire il prossimo 28 aprile, o comunque al prossimo incontro ufficiale con il capo della Dda catanzarese. In linea teorica, se il procuratore Lombardo dovesse ribadire e formalizzare il rifiuto a rispondere, potrebbe ingenerarsi un “conflitto” istituzionale, non avendo la Commissione parlamentare il potere di sciogliere il riserbo istruttorio sulla vicenda giudiziaria in corso. 
La notizia del procedimento della Dda sulla società così “vicina” a Rtl è filtrata nei mesi scorsi , con diversi articoli di stampa. Da ciò la specifica domanda della presidente Bindi. Secondo la ricostruzione dei pm Pierpaolo Bruni e Simona Rossi, titolari del caso, la società indiziata Gest-i-tel risulterebbe di fatto una Srl partecipata del “Gruppo Rtl”. Nell’ambito dell’attività investigativa sono state effettuate diverse perquisizioni. Negli atti a supporto di tale provvedimento si evidenzia che “l’unica fonte di sostegno di Nicola Tripodi (capo dell’omonima cosca vibonese) è generato dal reddito percepito dallo stesso presso la Gest-i-tel”. Tra gli uffici perquisiti della Gest-i-tel abbiamo quello ubicato a Roma in via Orsini, 8. Nella stessa palazzina c’è la sede di Rtl. 
Un’altra perquisizione è stata disposta presso un secondo ufficio riconducibile alla suddetta società, sito ad Arcene, provincia di Bergamo, in via Suardi 42. Altro indirizzo comune a Rtl. L’emittente dopo essere stata tirata in ballo, ha subito puntualizzato la sua estraneità all’indagine. Rimane il fatto che nelle informative degli investigatori il nome della radio viene ripetuto più volte.  
«La vicenda Rtl – si legge su un passo di una delle informative pervenute alla Dda – si inserisce in un contesto molto ampio e non si possono sottacere alcuni passaggi che meritano di essere approfonditi e valorizzati». Data la posizione assunta in Commissione antimafia dal procuratore Lombardo, a tutela della segretezza del procedimento, è lecito supporre che l’indagine sia tutt’altro che chiusa. Anzi, fra non molto potrebbero esserci sviluppi, anche fuori Regione. Gli inquirenti sono al lavoro anche in questo periodo pasquale.
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