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MATERA- Ha il sapore di una prima volta, anche se il film ha ormai cinquant’anni, la proiezione della pellicola appena restaurata de “Il vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, concesso in anteprima a Matera dalla Cineteca nazionale.
L’emozione, nella sala del cinema Duni gremita più che mai, è palpabile prim’ancora che le luci si spengano e a parlare sia la poesia delle immagini del capolavoro di Pasolini che mezzo secolo fa fece di Matera una nuova Palestina.
Che l’occasione sia storica lo si avverte nell’aria che si respira in sala. A Paride Leporace, direttore della Lucana film commission, che molto aveva voluto questo momento di fruizione collettiva dell’opera, brillano gli occhi nel vedere il cinema pieno in ogni ordine di posto: la visione collettiva della pellicola pasoliniana per aprire il cinquantenario del film è stata senza dubbio una scelta premiata dal pubblico. In prima fila per la proiezione, insieme a Leporace, il sindaco di Matera Salvatore Adduce, il vescovo della diocesi di Matera Irsina monsignor Salvatore Ligorio e il soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici, Comune di Matera Marta Ragozzino. Presente nel foyer del cinema con la mostra di fotografie scattate sul set del Vangelo e nel cuore di tutti i presenti in sala, Domenico Notarangelo, il più importante testimone di quella storica avventura umana e culturale. A lui, come auspicio di pronta guarigione, è stato tributato un lungo e caloroso applauso prima dell’inizio della proiezione. I suoi scatti, rubati, con lungimirante astuzia, durante le riprese tra le stradine sterrate dei Sassi, da una macchina fotografica celata sotto la divisa di centurione, regalano tutta la forza di quel set e il grande carisma di Pier Paolo Pasolini. E poco importa se la pioggia che, dal primo pomeriggio di ieri, ha preso a cadere scrosciante sulla città di Sassi in un improvviso rigurgito d’inverno, ha imposto un cambio di programma in corsa. Il rinvio della Passio Christi di Ginosa, nonostante tutto, non è riuscita a rovinare la festa. Ai materani è stato sufficiente un “assaggio” della sacra rappresentazione, fornito dalle tre croci issate sin dalla mattina in piazza Vittorio Veneto, trasformata in un nuovo Golgota, e il brulicante via vai dei circa 200 figuranti, già vestiti di tutto punto con i costumi d’epoca, a far rivivere la Passione di Cristo.
m.agata@luedi.it
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