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POTENZA – Due ordigni in meno di 36 ore: uno esploso e uno no. Più una testa di cinghiale, una manciata di proiettili calibro 9 e una lettera minatoria per l’«infame» di turno.
E’ un campanello d’allarme molto forte quello suonato nei giorni scorsi a Montescaglioso, dove all’improvviso sembrano tornati gli anni ‘80. Proprio quando il processo per la faida scatenata dai protagonisti di quella storia criminale è arrivato alle battute conclusive in Corte d’assise a Potenza.
Da 3 settimane gli investigatori della Procura di Matera sono sulle tracce dei responsabili di due episodi di chiara natura intimidatoria che hanno preso di mira un’impresa edile e un club notturno.
Il primo risale alla notte del 27 marzo quando qualcuno ha “recapitato” all’indirizzo dell’impresa edile di Giuseppe Pietrocola un sacchetto nero, del tipo di quelli utilizzati per la spazzatura, con un contenuto molto particolare. Assieme ai proiettili di una pistola di grosso calibro e alla testa di cinghiale, non proprio un genere da comune macelleria, il titolare della ditta ha riferito di aver trovato anche un ordigno rudimentale, e perfettamente integro. Difficile individuare il mittente soltanto dal messaggio in cui in maniera del tutto generica venivano annunciate ulteriori azioni per vendicare non si capisce bene quale affronto.
Ma appena qualche ora dopo la denuncia, quand’era già il 28 marzo, è arrivata la segnalazione al 112 del titolare dello “Spirit of night” un club di lap dance sulla vecchia statale 175 “Bradanica”. Oggetto: il portone del locale divelto dall’esplosione di un ordigno di piccole dimensioni. Qualcoosa tra un botto di capodanno e una bomba vera e propria. Nè più né meno che un atto dimostrativo.
I due episodi seguono quello che si è verificato il 6 marzo a Matera quando un altro ordigno rudimentale era esploso all’ingresso del ristorante-sala ricevimenti “I giardini della corte” di Matera. A riguardo aveva presentato un’interrogazione al Ministero dell’interno anche il deputato lucano Cosimo Latronico evidenziando «la difficoltà che gli imprenditori della regione sono costretti ad affrontare e che soffocano le energie e il loro spirito imprenditoriale».
In realtà erano anni che episodi del genere non interessavano Matera e soprattutto Montescaglioso, dopo le azioni giudiziarie contro i clan che imperversavano a cavallo degli anni ‘80 e ‘90, estorcendo gli operatori della zona (si arrivò a contare fino a 40 attentati dinamitardi in anno). Gli stessi clan che ancora oggi, a distanza di più di vent’anni, attendono di essere giudicati per gli omicidi in cui sfociò la guerra per il predominio del racket e delle attività criminali.
Il 5 giugno infatti è prevista una nuova udienza del processo per la faida che fece dieci morti tra il 1991 e il 1992, nello scontro tra gli uomini capeggiati dal tarantino Alessandro Bozza, e dal “mastro” Pierdonato Zito, montese con un passato di istruttore di arti marziali. A sfilare sul bando dei testimoni dovrebbero essere gli imputati (in tutto dieci) che hanno chiesto di essere interrogati, tra cui lo stesso Zito. Per l’accusa a dare fuoco alle polveri sarebbe stato il blitz in cui vennero arrestati i fratelli Modeo, già molto noti nell’ambiente del crimine tarantino, che si nascondevano a Montescaglioso da diverso tempo in un villino di campagna con tanto di bunker e annesso arsenale da guerra, e che in un secondo momento erano stati raggiunti anche da Bozza.
l.amato@luedi.it
La replica: “La criminalità organizzata non c’entra”
In merito alla notizia riportata dagli organi di informazione in data 16/04 la proprietà del locale “Spirit of the night” intende chiarire alcune informazioni riportate in maniera errata e sommaria.
Il locale è stato oggetto in data 18 Marzo, e non 28 come riporta il Quotidiano della Basilicata, di un atto che nulla ha a che vedere con la criminalità organizzata, il racket e l’estorsione; quanto avvenuto deve considerarsi un semplice atto vandalico riconducibile ad invidie personali.
Non c’è mai stata nessuna richiesta di estorsione né al titolare del locale né ai suoi collaboratori.
L’atto vandalico non ha provocato danni ingenti e non ha in nessun modo inciso sulla normale apertura del locale.
È infine d’obbligo chiarire che lo “Spirit of the night” è un locale rispettabile frequentato da persone per bene e che, in nessun modo, può essere accostato ad esponenti della criminalità.
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