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MATERA – Il vocabolario della lingua italiana, al termine “campanilismo”, fornisce la seguente spiegazione: «Eccessivo e fazioso attaccamento al luogo di nascita».
Eccessivo, appunto, e in alcuni casi fuori luogo.
Lo dimostra la polemica di questi giorni dopo l’annuncio del presidente Pittella sulla creazione, a Matera, di un teatro regionale, il più grande del Mezzogiorno. La replica, stizzita, del consigliere di Mpa Salvatore Lacerra, infatti, riporta nei toni e nelle espressioni alla definizione del vocabolario. Il tema reale, sui cui contenuti si deve riflettere è, invece, quello di una nuova struttura culturale, di un contenitore, sul quale non proprio tutti sembrano essere d’accordo anche alla luce di spazi non utilizzati adeguatamente o in condizioni carenti presenti nella città dei Sassi.
La conferma viene dalle parole di Francesca Lisbona, vice presidente del consorzio Teatro Uniti di Basilicata, che pubblichiamo in questa stessa pagina, secondo la quale il modello di teatro diffuso, ovvero di un meccanismo di adeguamento e ristrutturazione di tutti i contenitori culturali presenti sul territorio per garantire un’offerta equilibrata.
Prima ancora, dalle colonne del Quotidiano il 13 febbraio scorso, anche il direttore del Conservatorio di Matera, Saverio Vizziello si era espresso contro una struttura ex novo.
«Pensare ad un nuovo teatro non serve – aveva detto -noi siamo chiamati a fare i conti tutti i giorni con i problemi delle nostre strutture, come accade nell’Auditorium dove devo usare un tubo che soffia aria calda. Questa città non ha bisogno di nuove costruzioni, ma è necessario riqualificare i contenitori culturali già esistenti».
Il riferimento era a strutture come la Cava del Sole, abbandonata da tempo dopo aver ospitato esponenti internazionali della musica come Burt Bacharach che ne aveva parlato come del luogo più bello in cui avesse mai suonato.
Resta, poi, il problema del teatro Duni, opera dell’architetto Andrea Stella, di proprietà privata, il quale necessiterebbe di lavori di ristrutturazione e adeguamento e in merito al quale il Comune, come detto dal sindaco, dovrebbe prevedere un intervento coordinato pubblico-privato attraverso un eventuale protocollo d’intesa ad hoc.
La struttura, esempio significativo di architettura inserito anche in tesi di laurea e riconosciuto nel panorama nazionale, merita una vera e propria opera di rivalutazione per riportarla allo splendore originario che la città merita.
In quanto, poi, al progetto del nuovo teatro, presentato nel febbraio scorso da Ivan Focaccia del Circolo La Scaletta, da Franco Lisanti dell’associazione “Un teatro per Matera” e dall’avvocato Raffaello De Ruggieri, l’impegno economico previsto sarebbe tale da superare quello necessario per la ristrutturazione e l’adeguamento del Duni, del cinema Kennedy e del cinema Comunale, strutture che di fatto esistono e garantiscono una capienza più che sufficiente per le esigenze che deriverebbero anche dalla candidatura di Matera a capitale europea della cultura nel 2019.
Nel corso della conferenza stampa in cui fu illustrato il progetto, il 14 febbraio scorso, si parlò di una cifra necessaria alla costruzione del nuovo teatro, pari a circa 50 milioni di euro «Con fondi che potranno pervenire anche dal Por Basilicata 2014-2020».
Per il solo studio di fattibilità, fu precisato ancora, sarebbero necessari 300 mila euro.
Matera, nel frattempo, sopravvive con strutture inadeguate su cui si potrebbero avviare lavori di ristrutturazione individuando, ovviamente, adeguati, canali di copertura finanziaria o forme di co partecipazione pubblico-private in nome di un progetto comune, ovvero quello di Matera 2019, che poco piace al consigliere Lacerra, ma sul quale la Regione sta dimostrando di voler concentrare la propria attenzione.
Rivalutare i contenitori culturali già presenti, dunque, deve essere la parola d’ordine da seguire, in nome di una identità territoriale che lasci da parte la concezione del “campanile” e che guardi al concetto più ampio di luogo geografico e all’interesse complessivo.
a.ciervo@luedi.it
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