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POTENZA – Non solo non è scappato nonostante il mezzo che lo stava riportando in carcere si fosse ribaltato proprio all’altezza della “sua” Rionero, e le armi degli agenti della polizia penitenziaria fossero finite ai suoi piedi. Ma si anche è dato da fare nei soccorsi aiutando i poliziotti feriti.
E’ il motivo per cui venerdì Francesco Cascini, vice capo del dipartimento Amministrazione penitenziaria (Dap), ha consegnato un encomio a Carmine Campanella, 51enne potentino d’adozione considerato uno dei luogotenenti del clan dei basilischi e già condannato in via definitiva per traffico di cocaina.
Campanella, a lungo ristretto a regime di 41 bis (quello riservato ai peggiori boss mafiosi), il 24 marzo aveva voluto presenziare dalla gabbia a un’udienza nel Tribunale di Potenza. Per questo era stato disposto il suo trasferimento dal penitenziario di Sulmona, dov’è tuttora detenuto in “alta sicurezza” (As1).
Sulla strada di ritorno, la temibile Potenza-Melfi (resa ancora più insidiosa dalla pioggia caduta in mattinata) il blindato su cui viaggiava si era ribaltato più volte finendo la sua corsa a pochi metri da un viadotto.
Tutti e 5 gli agenti di Sulmona impegnati nel trasporto ne sono usciti feriti, due in maniera particolare, come lo stesso Campanella che ha riportato una leggera escoriazione alla testa.
«Si è comportato molto bene, ha avuto un grande senso di umanità rispetto ai nostri colleghi che erano rimasti feriti». Così il direttore del carcere di Sulmona Luisa Pesante al pubblico che affollava la sala polivalente della casa di reclusione per il convegno di criminologia. «Tra l’altro – riporta ancora il sito abruzzese Quiquotidiano.it – quando è rientrato dall’istituto di Melfi gli ho chiesto, ovviamente se voleva sentire, con una telefonata straordinaria, i suoi familiari e lui non ha approfittato di questa mia richiesta e mi ha detto che li aveva già sentiti e aveva già fatto la telefonata straordinaria da Melfi e si è subito interessato di sapere come stavano i poliziotti che lo stavano accompagnando e che aveva lasciato feriti e sanguinanti».
Prima di consegnare il riconoscimento, il Vice del Dap, Cascini ha letto le motivazioni del riconoscimento: «Campanella ha avuto un comportamento esemplare nell’incidente occorso al mezzo che lo conduceva in traduzione il 24 Marzo 2014 dov’è rimasto ferito unitamente al personale della scorta. Si è condotto con lealtà là dove il mezzo era stato ribaltato, le armi del personale di scorta erano in terra e l’incidente è avvenuto in zona ben conosciuta al detenuto in quanto suo luogo d’origine. Campanella ha osservato tutte le indicazioni del personale di polizia e si è adoperato per i soccorsi in un contesto di rispetto per il prossimo che denota un forte senso di responsabilità e maturità, nonché una riacquisita sensibilità ai più alti valori della collettività senza alcuna distinzione di appartenenza sociale. Il comportamento tenuto da Campanella acquista ancora più valore se si considera che lo stesso ha ricevuto la notifica di un provvedimento di custodia cautelare, un mese prima dell’incidente, che ha comportato un aggravamento della sua posizione giuridica che lo vede già condannato con un fine pena lontano».
Campanella è ancora imputato a Potenza, tra l’altro, nel processo sui rapporti i basilischi e la politica, come l’intermediario tra il clan e l’ex assessore regionale Agatino Mancusi. A febbraio è stato anche raggiunto dall’ordinanza del gip di Salerno sul duplice omicidio dei coniugi Gianfredi, il 29 aprile del 1997, dopo essere stato indicato come l’autore dei sopralluoghi sul luogo dell’agguato da due pentiti che hanno già confessato le loro responsabilità.
l.amato@luedi.it
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