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VIBO VALENTIA – Il pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, ha chiesto al Tribunale di Vibo Valentia condanne complessive a 42 anni di reclusione per 5 imputati arrestati l’8 luglio 2011 nell’operazione antimafia “Cash”.
In particolare, 9 anni sono stati chiesti per Pasquale D’Andrea, 29 anni, e per Giuseppe Lo Bianco, 42 anni; 8 anni a testa sono stati invece chiesti per Roberto Cutrullà, 31 anni, Saverio Tagliacozzo, 26 anni, Aurelio Tomaino, 41 anni, tutti di Vibo.
Pasquale D’Andrea, secondo l’accusa, avrebbe estorto, con modalità mafiose, della merce senza pagare a tre esercizi commerciali di Vibo, forte dell’appartenenza del padre, Carmelo D’Andrea (condannato in via definitiva per associazione mafiosa), al clan Lo Bianco. Pasquale D’Andrea ed il cugino Aurelio Tomaino avrebbero poi compiuto nel 2010 una rapina ad una sala giochi di Vibo. A Roberto Cutrullà vengono invece contestati i reati di estorsione e danneggiamento ai danni del bar “Le Pigne”, sito all’interno della villa comunale di Vibo. Due rapine – ad un tabacchino e a un supermercato – vengono poi contestate a Lo Bianco, mentre Tagliacozzo deve rispondere di detenzione di armi. L’inchiesta “Cash” è stata condotta dagli ex vertici della Squadra Mobile di Vibo, Maurizio Lento ed Emanuele Rodonò, con il coordinamento dei pm Pierpaolo Bruni e Giampaolo Boninsegna. Le ordinanze sono state invece firmate dal gip distrettuale Abigail Mellace.
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