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REGGIO CALABRIA – Beni societari e personali per 125 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia, a due imprenditori reggini. Si tratta di Domenico “Dominique” Giovanni Suraci, di 46 anni, e di Giuseppe Crocè, di 68 anni in affari con la figlia Fortunata Barbara, di 36 anni. I due sono imprenditori nella grande distribuzione alimentare.
Suraci è l’ex consigliere comunale e per un breve periodo anche assessore reggino, eletto nella lista “Alleanza per Scopelliti” arrestato nel 2012 (LEGGI) e ora sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa per le condotte messe in atto da politico, ma anche da imprenditore.
In particolare, sono state poste sotto sequestro quote sociali e patrimoni aziendali di: 18 società di capitali. Oltre alla grande distribuzione alimentare, le attività delle imprese svariano dai settori della vendita di oggettistica da regalo, a quello immobiliare e dei giochi a premio, scommesse e pronostici e hanno sedi a Reggio Calabria, Milano e Gioia Tauro.
Tra i sequestri risultano anche 5 trust, cioè complessi di beni e diritti a vincolo fiduciario utilizzati quali schermi societari. E poi 6 immobili di pregio nel quartiere Santa Caterina di Reggio Calabria; disponibilità finanziarie, conti correnti,polizze assicurative e dossier titoli in fase di quantificazione.
I negozi sequestrati sono: 11 supermercati a marchio Simply, Punto Sma e Spaccio Alimentare di Reggio Calabria (società Saldo srl – Sgs Group srl – Sds Holding srl, Supermercati Dueci srl, srl ed altre) e 2 grandi punti vendita oggetti da regalo e casalinghi sempre a Reggio Calabria e Melito Porto Salvo (Casa più srl). E sulla vicenda interviene anche la Sma ribadendo la propria estraneità ai fatti e sottolineando che “a seguito dei provvedimenti cautelari – precisa la nota – gli esercizi commerciali ad insegna “Simply Market” e “Punto SMA”, riconducibili ai soggetti coinvolti nelle operazioni cautelari, sono già da luglio 2012 gestiti da un pool di amministratori giudiziari nominati dalla Procura di Reggio Calabria, con i quali SMA ha continuato a collaborare, in forza dei contratti di franchising, per il mantenimento in esercizio dei punti vendita anche al fine di tutelare i dipendenti degli esercizi commerciali coinvolti”.
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