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IL CO.E.S. ITALIA, l’Associazione nazionale di categoria degli autisti di ambulanza e soccorritori professionisti, lamenta da tempo l’assenza di una regolamentazione giuridica nazionale della figura di autista/soccorritore, a fronte della «forte ed inaccettabile discrepanza di formazione, competenze ed attività svolte nelle singole regioni, che determinano, di riflesso, disparità di trattamento per questi lavoratori oltre che difformità delle prestazioni offerte, con una ricaduta ingiustificabile sul servizio erogato agli utenti del 118, del trasporto sanitario e del primo soccorso, la cui qualità in alcune realtà risulta davvero discutibile».
Queste le valutazioni del presidente dell’associazione, Giovanni Avi, contenute in una lettera del 3 marzo scorso, ancora in attesa di risposta, indirizzata al Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo affinché prenda in carico la questione e conceda un incontro alle parti interessate. «Il problema, che tocca aspetti costituzionali in merito all’Art. 117 e al rapporto di competenze in materie concorrenti tra stato e regioni, nelle quali rientrano le professioni sanitarie in questione, si verifica quando una qualsiasi regione prova a porre rimedio a tali criticità, regolamentando il profilo di autista/soccorritore con proprie leggi, che però puntualmente vengono interloquite presso la Corte Costituzionale» continua Avi. E aggiunge: «mentre la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni sanitarie, concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, rientra nei compiti specifici dello stato, la formazione professionale del personale resta di competenza delle regioni. Da ciò deriva un’assoluta disparità di trattamento nelle varie regioni: è importante sottolineare che se venissero adottate le misure ivi indicate, che prevedono l’introduzione di un profilo nazionale per la professione di autista/soccorritore, si colmerebbero tutta una serie di lacune giuridico-formative, armonizzando le prestazioni a livello nazionale e senza costi aggiuntivi per i bilanci regionali né bisogno di modifiche allo status giuridico del personale attualmente in servizio».
Un ulteriore impedimento è costituito da una nuova proposta prodotta dalle Commissioni regionali, senza che il documento redatto dal Co.E.S. sia stato nemmeno preso in considerazione, che non andrebbe, nelle dichiarazioni di Avi, «nella direzione di fornire a tutti i pazienti uno standard minimo uguale su tutto il territorio nazionale, non risolvendo al contempo nemmeno i problemi di inquadramento degli autisti d’ambulanza. Perciò – conclude il presidente – abbiamo chiesto al Sottosegretario di impegnarsi a trovare una convergenza su un’unica proposta tra tutte le parti interessate, vale a dire Ministero, Conferenza delle Regioni, OO.SS. E Co.E.S., per garantire un servizio di soccorso e trasporto sanitario di qualità». Per le stesse ragioni il mese scorso il Co.E.S. Basilicata aveva organizzato a Latronico un’assemblea con tutti gli operatori del settore, che aveva sollecitato l’azione degli organismi direttivi; adesso si attende la convocazione da parte del Sottosegretario per capire se le intenzioni siano quelle di procrastinare ulteriormente la faccenda o di affrontarla per la prima volta in maniera organica, logica e condivisa.
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