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POTENZA – Potrebbe tornare oggi stesso tra gli scranni del parlamentino lucano Paolo Castelluccio, il consigliere regionale di Forza Italia, colpito dal divieto di dimora nel capoluogo deciso a fine gennaio dalla Corte di cassazione nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi per le spese di segreteria e rappresentanza e i contributi ai gruppi.

Da ieri infatti la misura cautelare nei suoi confronti è stata ridotta a un più blando obbligo di firma, una volta al giorno dai carabinieri di Policoro, che lo lascia libero di muoversi e partecipare anche alle sedute dell’assise di via Verrastro. A disporlo è stato il gup Tiziana Petrocelli che ha accolto, ma solo in parte, l’istanza presentata dal suo legale, l’avvocato Donatello Cimadomo.

Castelluccio è l’unico dei consiglieri regionali raggiunti dall’ordinanza spiccata ad aprile dell’anno scorso dal gip Luigi Spina, che a novembre è stato rieletto. A luglio era stato il Tribunale del riesame ad accogliere il ricorso della Procura contro la decisione con la quale lo stesso gip aveva stabilito che non vi fossero più le esigenze cautelari a carico degli indagati che intanto avevano restituito le somme contestate alle casse del Consiglio. Come aveva fatto anche lui. Così a gennaio si era espressa anche la suprema corte stabilendo che il pericolo di «recidivanza» da parte sua sarebbe stato «perdurante».

Questa era stata la succinta motivazione dei giudici di Piazza dei Tribunali, per cui non risultava «apprezzabilmente smentito» quanto sostenuto dal Tribunale del riesame.

«Le condotte contestate – scriveva il presidente del Riesame Gerardina Romaniello – appaiono particolarmente stridenti con le funzioni istituzionali del consigliere regionale, titolare di funzione legislativa che si esplica nella creazione delle norme costitutive dell’ordinamento giuridico». Il giudice parlava ancora di «pervicace disinvoltura» a proposito dei soldi rimborsati «nonostante l’assenza di motivazioni istituzionali al solo fine di soddisfare esigenze personali ammantate ex post da motivazioni politiche».

Per la prossima settimana il gup aveva annunciato la chiusura dell’udienza preliminare per 33 dei 34 consiglieri, ex consiglieri ed ex assessori regionali esterni imputati di peculato per essersi appropriati delle somme destinate all’attività politica destinandole a scopi privati. Ma la decisione sembra destinata a slittare di qualche giorno dato che anche ieri alcuni dei legali che avrebbero dovuto prendere la parola hanno chiesto e ottenuto di rinviare il loro intervento. 

Tra quelli per cui il pm Francesco Basentini ha chiesto il rinvio a giudizio ci sono anche il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo e il suo successore alla presidenza della giunta regionale Marcello Pittella. Mentre l’ex assessore alla Sanità Attilio Martorano è il solo che ha optato per il rito abbreviato, e attende già un verdetto vero e proprio.

l.amato@luedi.it

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