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QUASI un mese fa la chiusura, nel timore che potessero verificarsi crolli all’interno della chiesa.
Poi l’attesa della nomina del perito che avii i sopralluoghi per gli interventi necessari a condurre alla sua riapertura. Ieri, però, il destino della chiesa di San Domenico in piazza Vittorio Veneto è sembrato per qualche minuto, peggiorato.
A cadere per terra sono stati soltanto alcuni calcinacci che, però, non fanno temere alcun fronte pericoloso.
Per qualche minuto, però, la piazza si è fermata e ha concentrato lo sguardo lungo le pareti di quella chiesa, quel portone ancora chiuso (le celebrazioni, infatti, sono state momentaneamente trasferite nella chiesa di San Giovanni, ndr.)
Spiega don Mimì, parroco della chiesa: «Qualcuno ha segnalato dei piccoli calcinacci che erano per terra e io ho subito chiamato i vigili del fuoco, ma direi proprio che non c’è pericolo».
Nel frattempo è stato individuato dal Comune e dalla Curia, anche se si attende l’incarico ufficiale, il perito che si dovrà occupare dei sopralluoghi nella chiesa.
Si tratta del prof. Masi dell’Università di Bari. Toccherà a lui valutare l’entità delle operazioni di savolgere per poter giungere prima possibile alla riapertura.
Sul posto anche l’ing. Tataranni del Comune: «Dal punto in cui è stato svolta una delle operazioni di controllo, è emersa una iniezione con barre di ferro che si sono arruginite e hanno determinato un rigonfiamento che, forse, ha provocato l’espulsione di una parte di calcinacci».
Nessuna transenna, nè alcun elemento di contenimento è stato previsto.
Le condizioni della chiesa di S. Domenico, restano dunque nella stessa situazione in cui trovavano al momento in cui fu prevista la chiusura con un’ordinanza del sindaco.
La parola passa ora, dunque, al prof. Masi.
a.ciervo@luedi.it
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