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di ANTONELLO GRASSI
Non sappiamo se Pasolini ne sarebbe contento. Ma è un fatto che, a quasi 40 anni dalla sua morte, nel suo nome ci si continua a dividere. Anche quando, come in questo caso, l’intellettuale di Casarsa non ha colpe da farsi perdonare: se non quella di aver scelto, mezzo secolo fa, la Basilicata e i Sassi per girare il Vangelo secondo Matteo, il film che lo avrebbe reso famoso al grande pubblico. La pietra dello scandalo? L’aver promosso, in occasione del cinquantenario delle riprese, da parte delle istituzioni materane, un ciclo di manifestazioni che va sotto l’ambizioso titolo di “Matera città del cinema”. Il consigliere municipale del Pd Angelo Cotugno e il presidente dell’associazione culturale “Pasolini”, Mario Notarangelo, hanno preso carta e penna per contestare modalità, bilanci e obiettivi della rassegna: che ha come promotori, assieme al Comune di Matera, la Lucana Film Commission, la Soprintendenza ai Beni storici artistici ed etnoantropologici della Basilicata, e il sostegno della Regione. Partiamo da Notarangelo. Figlio di Mimì, figura notissima in città in virtù del fatto che, da fotografo, si trovò, a suo tempo, a documentare quella memorabile stagione pasoliniana tra i Sassi, Mario Notarangelo presiede l’associazione che cura il prezioso repertorio: una collezione esposta, fino a poco tempo fa, sotto il nome di Museo fotografico del cinema, in un locale ai Sassi e che adesso, per mancanza di fondi, non ha più asilo. Oltre a lamentare la mancanza di sostegno da parte delle istituzioni, Notarangelo ce l’ha con gli organizzatori della rassegna («Per cui si prevede – afferma – un sostegno senza precedenti: 450 mila euro») perché, a suo dire, l’associazione non è stata interpellata, e lamenta la mancanza di trasparenza di un’iniziativa che nasconderebbe, nientemeno, «la solita logica autarchica, per non dire autoritaria». Quanto a Cotugno, questi, dopo aver sottolineato l’importanza e l’opportunità del programma («un programma – precisa – aperto»), contesta la mancanza di collegialità nella decisione comunale e si spinge a denunciare la superficialità di un’operazione che «rischia di rivelarsi sterile» e, addirittura, «colonialista». «Sarebbe più opportuno – afferma – offrire un servizio alla collettività, cercando di approfondire l’intera opera di questo geniale osservatore della realta».
Ma come stanno davvero le cose? E che cosa rispondono gli organizzatori? Abbiamo interpellato il direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace.
Direttore, ha letto? Che cosa replica a chi contesta il vostro operato?
«Intanto dico che è positivo che ci sia un dibattito sull’iniziativa e su Pasolini. Ce lo aspettavamo. Gli anniversari si celebrano anche per questo».
E nel merito?
«Questa è un’altra questione. Un conto è criticare, un altro è diffondere dati fasulli, non verificati. Per quanto mi risulta direttamente le cifre fatte sono campate in aria. Le dico di più. Se esiste questa iniziativa lo si deve al coraggio e alla volontà di chi s’è messo all’opera senza pensare ai bilanci. Tra l’altro, la delibera di cui parla Cotugno è stata ritirata. Dopodiché ho fatto di tutto perché la Regione investisse in un’operazione tanto importante. E il Governatore ci ha dato la sua disponibilità».
E quanto all’accusa di aver rifiutato collaborazioni esterne?
«Questo poi è il colmo. E’ stato detto e ridetto, in conferenza stampa, che è stato avviato un cantiere. Il comitato è aperto alla massima partecipazione, alla collaborazione di tutte le associazioni. Insomma, è vero l’esatto contrario…».
Quindi Mario Notarangelo esagera…
«Senta, lo vuol sapere? Il sindaco e Marta Ragozzino sabato scorso sono stati da Mimì Notarangelo, in ospedale, perché volevano che fosse al corrente e partecipasse a tutte le iniziative. La sua associazione è stata chiaramente citata in conferenza stampa. Sono già in programma interventi di Mimì, l’esposizione delle sue foto. Ma non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo…E poi ci sono tante altre cose in itinere…Le ripeto, il nostro è un cantiere. Siamo a disposizione di tutti. Non è che possiamo fare ogni giorno una conferenza stampa…»
E sulle contestazioni di Cotugno?
«Le premesse del suo discorso sono ottime, ma le conclusioni sono francamente contraddittorie. A meno che non avesse in mente di aprire una polemica politica. Ma, se lo conosco un poco, non mi sembra il suo caso. Gli dico: vediamoci e discutiamone. Dove e quando vuole. Le sue opinioni mi interessano molto. E’ anche un uomo di cinema, sa? Anzi, mi piacerebbe che condividesse le sue competenze in questo settore con la Film Commission. Ma quanto alle sue critiche sulla rassegna, lo convincerei che si sbaglia».
Lui dice che su Pasolini fate un’operazione di facciata…
«Cotugno dovrebbe sapere del lavoro di ricerca che, tra mille difficoltà, stiamo facendo: tra Casarsa, la cineteca di Bologna, gli archivi privati, gli ultimi parenti di Pasolini. Stiamo facendo un‘opera di scavo su tutta l’attività pasoliniana nel periodo legato al Vangelo secondo Matteo. E abbiamo scoperto che molte delle profezie pasoliniane (come le chiamò Gianni Borgna) di allora sono attualissime e richiamano in qualche modo l’operato dell’attuale Papa, Francesco. E non è un caso se al programma delle manifestazioni collabora anche la Chiesa materana».
a.grassi@luedi.it
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